Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 19:37
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Farao tradito dalla passione per l`amaro

Per la Dda di Catanzaro è un «capo temibile» per questo da più di cinque anni gli inquirenti gli davano la caccia senza sosta. Questa notte però il lungo lavoro è stato ricompensato quando i carabini…

Pubblicato il: 08/02/2014 – 8:13
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Farao tradito dalla passione per l`amaro

Per la Dda di Catanzaro è un «capo temibile» per questo da più di cinque anni gli inquirenti gli davano la caccia senza sosta. Questa notte però il lungo lavoro è stato ricompensato quando i carabinieri di Crotone sono riusciti a stringere le manette ai polsi di Silvio Farao, 66 anni, ritenuto il capo dell`omonima famiglia di Cirò, il cui nome era inserito nell`elenco dei ricercati più pericolosi d`Italia. Il boss si nascondeva in località Vascellero di Cariati, occupava un appartamento al piano terra di una palazzina in una zona con le strade prive di segnaletica e con una vegetazione rigogliosa. Con lui questa notte sono stati arrestati con l`accusa di favoreggiamento Gregorio Erario, e la moglie, Loredana Campana, entrambi di 44 anni. I coniugi abitavano nell`appartamento sopra a quello in cui è stato trovato Farao. I particolari delle indagini e dell`operazione compiuta nel corso della notte dai carabinieri sono stati illustrati durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e il comandante provinciale dell`arma, colonnello Francesco Iacono. «Oggi – ha detto Lombardo – riusciamo finalmente ad eseguire una sentenza emanata nel 2009; una sentenza che è di fatto una pena a vita. Farao è stato inseguito dai carabinieri per monti, mare e terra; ricercato in Calabria, Italia e anche all`estero. Un capo temibile perché Cirò è assurta al rango di “Crimine”. Grande merito va dato ai carabinieri e al comandante provinciale di Crotone, colonnello Francesco Iacono». I carabinieri, come ha riferito il colonnello Iacono, hanno concentrato la loro attenzione in quella contrada osservando in particolare i movimenti della famiglia del latitante; un`attività tutt`altro che facile in quanto chi andava a trovarlo sapeva come muoversi con circospezione, usando sempre autovetture diverse e delle quali si praticamente è perso il conto. Nel corso delle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni ambientali e telefoniche, i carabinieri sono stati anche aiutati dalla circostanza di essere venuti a conoscenza dei gusti del boss, al quale piace molto un amaro contenuto in bottigliette mignon. Proprio mettendosi sulle tracce di questa passione, i militari dell`Arma hanno evidentemente avuto conferma che Silvio Farao si trovava proprio in quella zona. Questa notte, infine, il blitz che ha consegnato alla giustizia il pericoloso latitante che si è consegnato ai militari senza opporre resistenza.  
Era in fuga dal novembre del 2008, quando evase dagli arresti domiciliari ai quali era stato posto pochi giorni prima, dopo essere stato arrestato al termine di un altro periodo di latitanza. L`uomo era stato condannato all`ergastolo in primo e secondo grado per l`omicidio di Mario Mirabile, ucciso a Corigliano Calabro nel 1990 ed è ritenuto dagli investigatori un capomafia di grosso spessore criminale. In attesa che la sentenza di condanna diventasse definitiva, a Farao era stata imposta la sorveglianza speciale. Dopo ripetute violazioni, la Procura di Crotone aveva chiesto e ottenuto, come aggravamento della misura, gli arresti domiciliari.  Il 7 settembre 2007, però, il boss era fuggito una prima volta per essere arrestato il 4 novembre 2008. All`epoca furono disposti nuovamente i domiciliari, in quanto gli veniva contestata solo la violazione degli obblighi della sorveglianza speciale in attesa della definizione del processo per omicidio.

Argomenti
Categorie collegate

x

x