Mollace confuta le accuse di Lo Giudice
CATANZARO Oltre due ore di interrogatorio per l`ex sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, attualmente in servizio presso la Corte d’appello di Roma, Francesco Mollace, iscritto nel regist…

CATANZARO Oltre due ore di interrogatorio per l`ex sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, attualmente in servizio presso la Corte d’appello di Roma, Francesco Mollace, iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Catanzaro con l`ipotesi di corruzione in atti giudiziari. A porre le domande al magistrato, assistito dall`avvocato Nicola Cantafora, un pool di colleghi guidato dal procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo, l`aggiunto Giuseppe Borrelli e i sostituti Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio. Un faccia a faccia a cui Mollace si è presentato portando con sé una voluminosa documentazione. Al termine dell`interrogatorio l`ex magistrato dell`antimafia di Reggio ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.
Dell`indagine che coinvolge Mollace si è avuta notizia durante l`udienza del 22 gennaio scorso del processo sulle bombe che nel 2010 sono state fatte esplodere davanti alla Procura generale di Reggio Calabria e sotto casa del pg Salvatore Di Landro. Secondo le accuse della Procura di Catanzaro Mollace avrebbe in qualche modo favorito gli affliati al clan Lo Giudice non svolgendo attività investigativa per verificare le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Maurizio Lo Giudice e Paolo Iannò sulla «pervicacia ed esistenza della famiglia Lo Giudice quale cosca operante nel territorio reggino». In particolare non avrebbe riaperto le indagini sull`omicidio della moglie del boss Pietro Lo Giudice, Angela Costantino, nonostante i nuovi elementi forniti dai due pentiti. In cambio, stando sempre alle ipotesi formulate dai magistrati catanzaresi, Mollace avrebbe ottenuto la «dazione gratuita dei servizi di manutenzione e rimessaggio» di una barca ormeggiata nel cantiere gestito dal prestanome dei Lo Giudice, Antonino Spanò. A lanciare ombre sull`attività di Mollace è stato Antonino Lo Giudice, prima pentitosi e poi fuggito dalla località protetta in cui si trovava. Accuse che oggi il magistrato ha provato a confutare depositando alcuni documenti che dimostrerebbero l`attività svolta durante la sua permanenza alla Procura antimafia di Reggio. (0050)