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Ministro Calabrese? Non è questo il problema

Bene, benissimo, la scelta di un ministro calabrese nel governo Renzi. Bene anche se arriverà un viceministro, qualche sottosegretario… Ma il problema non è questo. Basti ricordare che per un perio…

Pubblicato il: 25/02/2014 – 11:05
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Ministro Calabrese? Non è questo il problema

Bene, benissimo, la scelta di un ministro calabrese nel governo Renzi. Bene anche se arriverà un viceministro, qualche sottosegretario…
Ma il problema non è questo. Basti ricordare che per un periodo della scorsa legislatura, ci fu un governo Berlusconi con 5-6 calabresi dentro. E fu il governo più antimeridionale che si ricordi.
Il problema dei problemi è, semmai, come affrontare la drammatica “questione calabrese”, che esiste da decenni, ma che negli ultimi 5 anni è diventata quasi un dramma.
In questi giorni la Calabria è sommersa dai rifiuti. Il sistema ospedaliero è al collasso. Il presidente della Regione ha sul capo una richiesta di 5 anni di carcere con annessa interdizione dai pubblici uffici. Il governo regionale segna, nel suo complesso, un pauroso fallimento. E` in atto una fuga dalla Calabria di migliaia di giovani all`anno. La regione vive una crisi economica e sociale che non ha precedenti.
Nel corso del 2013 si sono registrati in Calabria fatti di sangue spaventosi, che hanno scioccato l`opinione pubblica nazionale. Ma giusto 24/36 ore e tutto finisce lì.  Le condizioni della Calabria si aggravano sempre di più, ma per il Paese, per le sue istituzioni più alte, tutto questo non sembra avere molta importanza.
E non si tratta solo di chiedere più risorse finanziarie: la Calabria ha molti fondi a disposizione, soprattutto comunitari, ma non riesce a spenderli, a renderli produttivi, a migliore la qualità della vita dei suoi cittadini. Se li spende, lo fa malamente; il più delle volte, i fondi europei rimangono in cassa. O tornano indietro!
La questione calabrese è una questione dannatamente culturale, forse anche di civiltà. I calabresi migliori, quelli che rimangono su questa terra, quelli che resistono alla pressione malavitosa e alle minacce della criminalità, si sentono inutili! Hanno la sensazione che il loro gesto di coraggio ai limiti dell`eroismo, sia del tutto insignificante. Avvertono la lontananza dello Stato (centinaia di piccoli comuni calabresi rimangono senza scuole, senza servizi sociali, senza ospedali), sentono fortemente l`assenza di una lungimirante classe politica, mentre latita la società civile e dorme sonni infiniti il mondo della  cultura.
 
Il problema della Calabria non sono i soldi che mancano o gli investimenti che latitano, il vero problema è la sconfitta della democrazia. Perché non c`è democrazia quando il voto è spinto dal bisogno e dal ricatto, quando la classe dirigente è corrotta e collusa, quando chiudono le scuole, i cinema, perfino le chiese!   Quando decine e decine di piccoli comuni sono diventati case di riposo! Quando le famiglie si ritrovano in casa due-tre figli disperati e senza futuro.
 
Ed è per tutto questo, che serve poco avere un calabrese al governo, se poi non c`è la Calabria!  Un`idea di Calabria. Un`agenda con le proposte per la Calabria. 
Ora che soffia forte e impetuoso il vento del cambiamento  nei Palazzi romani, c`è da augurarsi che qualcuno si ricordi che la prima emergenza del nostro Paese si chiama Sud.  Si chiama  Calabria. E che se a questa emergenza non si risponde con interventi culturali, formativi, economico-produttivi, la Calabria è persa! Servono a poco interventi di emergenza, contributi a pioggia, redditi più o meno minimi.
C`è bisogno di dare alla Calabria la risposta forte, fortissima, della cultura, della scuola, del lavoro vero, dell`innovazione, della democrazia.
*Partito democratico

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