REGGIO CALABRIA Rischiano di finire nel caos centinaia di procedure di affidamento di lavori pubblici. Un vero e proprio tsunami scatenato da una sentenza del Tar di Reggio Calabria che ha reputato illegittima l`informativa antimafia per contratti d`appalto per lavori sotto soglia europea. È il Sole 24 Ore che, in un servizio di Roberto Galullo, segnala i rischi di questa decisione sul futuro di numerosissimi bandi avviati in tutta Italia. Riprendendo la denuncia – sollevata in una relazione consegnata alla Commissione parlamentare antimafia – del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, il giornalista del quotidiano economico segnala che potrebbero divenire carta straccia anche le decine di protocolli di legalità firmati dalle amministrazioni locali per prevenire le infiltrazioni mafiosi nel settore delle opere pubbliche. Visto che questi accordi non potrebbero – stante la sentenza del Tar reggino – contemplare lavori con importi inferiori a 154.997,07 euro. In altre parole la gran parte di piccole e piccolissime opere che normalmente appaltano gli enti locali. Un cataclisma che soprattutto al Sud Italia e in Calabria in particolare potrebbe aprire le porte alle `ndrine da sempre interessate a gestire direttamente i lavori pubblici. (0090)
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