Morte Cacciola, restano in carcere gli avvocati
Restano in carcere i legali Vittorio Pisani e Gregorio Cacciola, accusati di aver curato la finta ritrattazione della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, morta suicida nell’agosto del 201…

Restano in carcere i legali Vittorio Pisani e Gregorio Cacciola, accusati di aver curato la finta ritrattazione della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, morta suicida nell’agosto del 2011. Una fine tragica su cui la Procura sta ancora indagando, mentre i pm Cerreti, Masci e Musarò sembrano ormai aver delineato il quadro in cui il passo indietro di Cetta – così era chiamata – è maturato. Per gli inquirenti, a obbligare la donna a recedere dal percorso di collaborazione intrapreso sarebbero stati non solo i più stretti familiari – la madre, Anna Rosalba Lazzaro, il fratello Giuseppe e il padre Michele Cacciola, già condannati dal Tribunale di Palmi per diversi episodi di maltrattamento- ma anche i legali, che avrebbero avuto un ruolo di primo piano nella costruzione della falsa confessione con cui l`ex collaboratrice di giustizia, pochi giorni prima di morire dopo aver ingerito una dose letale di acido muriatico, ha smentito le dichiarazioni fatte ai magistrati contro il clan Bellocco.
Fatta eccezione per la Lazzaro, difesa dall’avvocato Gianfranco Giunta, cui sono stati concessi i domiciliari, il Tribunale della libertà ha respinto le istanze difensive presentate dagli imputati del nuovo procedimento che sta tentando di fare luce sugli ultimi mesi di vita di Cetta Cacciola. Al contrario, sembra aggravarsi la posizione dell’avvocato Vittorio Pisani, uno dei due legali accusati dai magistrati di aver fornito «un contributo di natura morale nella qualità di consigliori di ogni mossa compiuta dai Cacciola» prima per rintracciare la donna, quindi per convincerla a smentire le pesantissime dichiarazioni fatte tanto a carico dei familiari, come del potentissimo clan attorno al quale si ritiene che gravitino.
Di fronte al Tribunale della libertà presieduto dal giudice Leonardo, la Procura ha depositato le pesantissime dichiarazioni del pentito Salvatore Facchinetti, che ha accusato Pisani, imputato in un procedimento penale insieme al padre per il reato di truffa ai danni della Comunità europea, di avere agito per conto dei Bellocco. Accuse che rendono ancora più complessa la difesa del legale, storico difensore del clan di Rosarno, coinvolto dal collega Cacciola nella “gestione” della delicata situazione della parente. «L`unico motivo plausibile – scrivono i magistrati – era ricollegabile alla volontà di ridurre il rischio di ritorsioni da parte dei più blasonati parenti, mettendosi a loro disposizione per limitare gli effetti delle devastanti dichiarazioni di Maria Concetta affidandosi alla competenza ed alla conoscenza del citato professionista». (0080)