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CASO TOSI | E Flavio vieta di «frequentare i calabresi»

VERONA Una finta ordinanza straordinaria a firma del sindaco di Verona Flavio Tosi a tutela della comunità scaligera dalla criminalità organizzata, con una serie di “divieti” di rapporti con persone…

Pubblicato il: 03/05/2014 – 17:04
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CASO TOSI | E Flavio vieta di «frequentare i calabresi»

VERONA Una finta ordinanza straordinaria a firma del sindaco di Verona Flavio Tosi a tutela della comunità scaligera dalla criminalità organizzata, con una serie di “divieti” di rapporti con persone o società calabresi, anche sul fronte sportivo, è stata diffusa da “Ricostruiamo il Paese”, la fondazione che fa capo allo stesso Tosi. L`ordinanza n. “007Abcde” è contenuta in due pagine con un falso logo del Comune ed è una risposta – è stato sottolineato da fonti vicine al sindaco – marcatamente provocatoria al servizio di Report su Raitre del 7 aprile scorso al seguito del quale «risulterebbe – riporta la finta ordinanza – che nella città di Verona vi sia il serio pericolo di corpose infiltrazioni della criminalità organizzata e in modo particolare della `ndrangheta, che sarebbe fortemente radicata nel tessuto cittadino a tutti i livelli».
Nel finto atto si dice che a Verona ci sono centinaia di famiglie di emigranti, provenienti da tutto il Sud e anche dalla Calabria, «perfettamente integrati e considerati finora dallo scrivente persone oneste e laboriose»; ma ritenuto che, «a seguito dell`informatissima e approfondita inchiesta televisiva», anche «quelle famiglie possono celare soggetti criminosi o affiliati alla `ndragheta», il sindaco ordina una serie di “divieti”. Tra questi, «il divieto di qualsiasi frequentazione con persone provenienti dalla Regione Calabria, compresi ministri della Repubblica e rappresentanti del Parlamento, senza preventiva consultazione del relativo certificato del casellario giudiziale»; il divieto di viaggi o spostamenti per motivi di lavoro o turismo in Calabria «senza preventiva autorizzazione del ministero degli Esteri o della Prefettura». E ancora, divieto per gli uffici comunali e gli amministratori locali di intrattenere rapporti di lavoro con persone di origine calabrese, «anche tramite lettera, telefono, e-mail, al fine di evitare possibili sospetti di “collusione”, “appaltopoli”, “direttopoli”, “assunzioni sospette”. Non manca il divieto di celebrare matrimoni nel territorio comunale veronese «nei quali anche uno solo dei due sposi sia nato o residente o domiciliato in Calabria» o per le società sportive, compresa Hellas Verona che ha il cartellino di un giocatore di origini calabresi, di far giocare atleti e sportivi provenienti dalla Calabria «per evitare potenziali “combine” che possono favorire organizzazioni affiliate alla `ndrangheta».
Per ultimo, nel gioco dell`assurdo, nella finta ordinanza il sindaco ordina a tutti i capifamiglia di origine calabrese di far pervenire agli appositi uffici, al fine del mantenimento della residenza, «il certificato del casellario giudiziale relativo a ciascun componente del nucleo familiare, nonché una lettera di referenza da parte di autorità del Centro-nord oppure della trasmissione Report». (0050)

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