Fra Fitto e Santelli sorrisi e stoccate

FEROLETO ANTICO La rottura viene sfiorata quando nel bel mezzo dell’intervento di Raffaele Fitto irrompono in sala sei militanti con uno striscione “Berlusconi: sei e sarai sempre il nostro presidente”. «Silvio, Silvio», urlano dal fondo della sala all’indirizzo dell’ex ministro. Fitto è stranito, ancor di più lo è Pino Galati. «Io sono nel mio partito e dal mio partito non mi muovo», è la risposta del leader della fronda interna venuto in Calabria a «ringraziare» dopo il buon risultato personale ottenuto alle ultime europee. «Sfido chiunque – attacca ancora Fitto – a trovare una sola dichiarazione mia di segno opposto. È chiaro, è scontato ed è ovvio che io sia all’interno del mio partito e di questo se ne devono fare una ragione soprattutto quelli che auspicano scelte diverse e che magari lo raccontano anche in giro». A chi sia rivolto il messaggio non è difficile capirlo. Jole Santelli, una delle maggiori azioniste della corrente Pascale-Toti-Verdini, fa buon viso a cattivo gioco e «all’amico Raffaele» assicura che «nessuno vuole metterlo in difficoltà». All’esterno dell’hotel di Feroleto Antico, intanto, va in scena il secondo round di un confronto molto acceso tra i sostenitori di Fitto e i fedelissimi di Berlusconi. Volano parole grosse, gli striscioni vengono strappati e gettati a terra e le forze dell’ordine sono costrette all’identificazione dei “contestatatori”. «Cosa abbiamo fatto di male? – chiede uno di loro –. Noi abbiamo ribadito soltanto affetto e sostegno verso il presidente Berlusconi». Dentro, invece, il confronto è tutto proiettato sulle prossime regionali, che dovrebbero celebrarsi tra ottobre e novembre. Fitto conferma la sua preferenza per le primarie, a partire dalla scelta del candidato a governatore: «Dobbiamo aprire il dibattito nel nostro partito perché penso che questo sia un esercizio utile per tutti quanti. Per fare questo abbiamo bisogno di mettere in campo criteri di selezione della classe dirigente che vengano dal basso e che consegnano responsabilità ai cittadini». L’ex presidente della Puglia crede che questo sia il metodo per permettere a tutti «di mettersi in discussione» e perciò auspica «tempi brevi» per definire le regole e il campo di azione. Gli replica ancora una volta la Santelli, a conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che all’interno del partito esistono due scuole di pensiero sulla questione. «Il 24 saremo da Berlusconi – anticipa la coordinatrice regionale di Forza Italia – e in quella sede inizieremo una discussione sulla Calabria ma sia chiaro che noi vogliamo coinvolgere la base nelle nostre scelte. Con quale strumento, lo vedremo». Si potrebbe pensare a un monologo a due, e invece l’assemblea viene arricchita dagli interventi dei militanti presenti in sala. «Qui sembra di stare – ironizza tra le prime fila uno dei consiglieri regionali azzurri – a un congresso». È un’esagerazione, certo. Ma c’è anche un fondo di verità. E quando un iscritto di Catanzaro «da sempre a destra», fa il nome di Wanda Ferro come «ottimo candidato alla presidenza della Regione che non ha bisogno di primarie», piovono applausi. Occhiuto e Foti si lanciano sguardi che valgono più di mille parole. Galati è impassibile. La Santelli, intanto, tira avanti: «L’imperativo è quello di vincere, in qualunque modo». Per riuscirci, sempre un’impresa.

Antonio Ricchio

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