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«Rischio dissesto» per la Regione

LAMEZIA TERME Bisogna fare presto con i tagli alla spesa, gli accorpamenti di società partecipate e la riorganizzazione della macchina regionale per «porre rimedio alle eventuali irregolarità …

Pubblicato il: 25/06/2014 – 9:52
«Rischio dissesto» per la Regione

LAMEZIA TERME Bisogna fare presto con i tagli alla spesa, gli accorpamenti di società partecipate e la riorganizzazione della macchina regionale per «porre rimedio alle eventuali irregolarità di carattere giuridico e contabile» e soprattutto per raggiungere «la sostenibilità del bilancio regionale soprattutto nel breve periodo». La relazione stilata dagli ispettori della Ragioneria dello Stato al termine della loro ispezione alla Regione Calabria parla di un rischio dissesto a breve termine, che si può allontanare solo con un repentino cambio di passo e misure eccezionali a partire dall’eliminazione «dal bilancio regionale di tutti quegli interventi sporadici e settoriali che nel corso del tempo sono stati finanziati in modo alluvionale».
«Dall’analisi finanziaria – si legge ancora nella relazione – appare evidente come la Regione non sia più in grado di finanziare interamente con risorse proprie il disavanzo residuo del settore sanitario», e se si tiene conto dei debiti fuori bilancio e delle entrate scritte nei conti ma mai riscosse «il risultato di amministrazione appare ampiamente negativo».
L’elenco dei fattori che soffocano i conti della Regione è variegato. Su tutti spicca la spesa sanitaria, che è sottoposta a piano di rientro anche da mega aumenti di Irap e addizionali Irpef ma non riesce a chiudere la voragine, mentre gli impegni di spesa sono passati dal 35% delle entrate correnti registrato nel 2008 al 58% calcolato dalla Ragioneria dello Stato nel 2012. Per non parlare poi delle 43 partecipate e, addirittura, della società fondata direttamente dal consiglio regionale per garantire «servizi strumentali» a Palazzo Campanella: un unicum creato nel 2008 che secondo gli ispettori, «tralasciando ogni considerazione sul piano giuridico», è costato 7,5 milioni in cinque anni.

 

SCENDE LA SPESA PER I CONSIGLIERI Dall’analisi condotta dai tecnici del ministero dell’Economia risulta che nel 2013 – il dato è ancora provvisorio –  la spesa per il mantenimento dei consiglieri regionali ha superato di poco i 17 milioni. Un dato in controtendenza rispetto agli anni precedenti – 22,2 milioni per il 2012 – ma pur sempre considerevole. Tale cifra è destinata a scendere considerato che dalla prossima legislatura i rappresentanti eletti nell’Astronave passeranno da 50 a 30.

 

SALE L’ESBORSO PER IL PERSONALE Se i tagli ai costi della politica iniziano a produrre qualche effetto, lo stesso non può dirsi per la spesa destinata al mantenimento del personale. Su questo versante la spesa è passata da 33.078.002 milioni del 2007 a 34.567.741 del 2013, con un incremento di quasi 1,5 milioni pari a un più 4,5%. Tra le voci che hanno determinato un’impennata della spesa figura il finanziamento della società in house “Portanova”, che nel 2012 è stato pari a 1,5 milioni mentre l’anno dopo è salito a oltre 2,1 milioni.

 

STASI PROVA A MINIMIZZARE Di fronte a un quadro che non lascia per nulla sereni, il presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi, si mostra tranquilla: «Faremo una controdeduzione per ribadire la legittimità degli atti e adotteremo tempestivamente i provvedimenti idonei ad eliminare le criticità rilevate». Il fatto è che la relazione della Ragioneria dello Stato, chiusa nel mese di febbraio, è stata assunta dalla Regione solo in questi giorni. E tra «esami delle osservazioni formulate» e «controdeduzioni nell’ambito di apposita relazione», tanto per citare la nota di Palazzo Alemanni, il tempo passa. E il rischio, per i prossimi amministratori, di ritrovarsi a gestire un default non è poi così remoto.

an. ri.

 

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