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Talarico, l'eterno sprovveduto

Si vota a novembre ma occorre crederci sulla parola perché di compiere atti concreti e di rispettare leggi, prassi e regolamenti, come accade nel resto del mondo civilizzato, qui in Calabria non se…

Pubblicato il: 09/07/2014 – 10:44
Talarico, l'eterno sprovveduto

Si vota a novembre ma occorre crederci sulla parola perché di compiere atti concreti e di rispettare leggi, prassi e regolamenti, come accade nel resto del mondo civilizzato, qui in Calabria non se ne parla proprio.
Così, confermando la sua bravura nel recitare l’eterna parte del finto sprovveduto, Franco Talarico, presidente del più delegittimato dei consigli regionali della storia, risponde ai microfoni di Radio24, dove Alessandro Milan gli chiede conto della mancata convocazione delle elezioni nonostante siano passati quattro mesi dalle dimissioni di Scopelliti. Così come gli chiede conto di una spesa che è lievitata; delle accuse della Ragioneria dello Stato su incarichi illegittimi conferiti ad amici e compari e del fatto che i suoi provvedimenti vanno ben oltre ogni estesa forma di “ordinaria amministrazione”.
Alessandro Milan fa sentire a Talarico quanto ha dichiarato ieri il ministro Lanzetta che ha invitato i consiglieri regionali a dimettersi per porre fine a questo balletto di date circa il ritorno al voto. Talarico replica serafico: «La Lanzetta evidentemente non conosce la legge, noi restiamo in carica fino a quando non verranno eletti i nuovi consiglieri regionali…». Milan lo segue sul terreno delle innocenti evasioni e lo inchioda con un semplice «Quindi?». A questo punto Talarico tira fuori la data: «Quindi… siccome si vota a novembre, nel frattempo il Consiglio continua nei suoi lavori e devo dire che produce risultati importanti. Noi abbiamo una quotidiana aggressione mediatica ma siamo pronti a votare a novembre».
Di fissare ufficialmente una data attraverso la convocazione dei comizi elettorali, però, non se ne parla nemmeno, basta la parola…
Così come deve bastare la parola quando a Talarico viene chiesto di chiarire le gravi anomalie contestate dagli ispettori della Ragioneria dello Stato. L’argomento, Milan lo introduce dando la parola al nostro Antonio Ricchio e ricordando che il Corriere della Calabria ha evidenziato i punti di maggiore criticità contenuti nella relazione ministeriale: nomine a dirigenti senza titoli, soldi in più in emolumenti, oltre mille assunzioni in spregio a qualsivoglia regola e in più anche assolutamente inutili.
E qui Talarico si trasforma in mago, perché risponde a Milan ammettendo che alcuni rilievi sono fondati ma subito dopo precisando che molti sono comuni anche ad altre Regioni, infine assicura: «Ci stiamo attrezzando per rispondere agli ispettori, abbiamo sei mesi di tempo per farlo». Eccola la grande magia della politica: da una parte si assicura che a novembre, cioè tra tre mesi e mezzo, si torna a votare, dall’altra si sostiene che ci sono sei mesi di tempo prima di rispondere ai rilievi del Mef.
Ma su un punto occorre togliersi il cappello davanti al politico-mago-imbonitore Franco Talarico. Sentite infatti cosa risponde ad Alessandro Milan, che gli chiede delle oltre mille assunzioni fatte in maniera illecita: «Da quando ci sono io non abbiamo fatto un concorso pubblico».
Cetto Laqualunque non avrebbe saputo fare meglio: «Che minchia sono questi concorsi e queste assunzioni? Tu mi voti ed eu ti assumu a tutti… puru i gallini, cazzu iu… Non mi voti? e allura…». (0020)

 

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