BOLOGNA Il gip di Bologna Alberto Ziroldi ha concesso, su richiesta del difensore Tiziana Zambelli, gli arresti domiciliari a Antonio Ammirato, 33 anni di Rossano Calabro, ma residente a Castel Maggiore nel Bolognese, arrestato per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti il 14 maggio scorso nell’ambito di una operazione del Ros dei carabinieri coordinata dalla Dda di Bologna sul narcotraffico legato alla ‘ndrangheta.
Contestualmente nei giorni scorsi, su richiesta dell’avvocato Antonio Cappuccio, il tribunale del Riesame (presidente Alberto Albiani) ha revocato il sequestro preventivo che era stato disposto sui beni di una persona gravitante nell’orbita familiare di Ammirato. In particolare il Riesame non ha ritenuto sussistente il “fumus” del delitto a carico dell’indagata, e ha disposto il dissequestro della casa, dei conti correnti, delle vetture e soprattutto di un bar a Bologna in via Barbieri.
Per l’accusa Ammirato e lo zio Roberto erano gestori del bar a Bologna nel quale veniva stoccato il narcotraffico da destinare, poi, alle piazze di spaccio del capoluogo emiliano attraverso una fitta rete di spacciatori.
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