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Revisione del sistema di impugnazione, team di Gratteri al lavoro

CATANZARO Una consistente revisione del sistema delle impugnazioni; l’abrogazione del giudizio abbreviato compensata da una più ampia applicazione del patteggiamento; possibilità di patteggiare anche…

Pubblicato il: 14/10/2014 – 14:27
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Revisione del sistema di impugnazione, team di Gratteri al lavoro

CATANZARO Una consistente revisione del sistema delle impugnazioni; l’abrogazione del giudizio abbreviato compensata da una più ampia applicazione del patteggiamento; possibilità di patteggiare anche l’ergastolo; estensione ai legali del pagamento delle spese processuali in caso di ricorso respinto. Sono queste – a quanto si apprende, mentre la stesura delle relazioni è ancora in corso – alcune delle principali modifiche in materia penale su cui si ragiona all’interno della Commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alla criminalità, istituita presso Palazzo Chigi e presieduta dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Della commissione, voluta da Renzi, fanno parte tra gli altri Piercamillo Davigo e Alberto Macchia, entrambi consiglieri di Cassazione, Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Messina e numerosi docenti. Nelle scorse settimane lo stesso Gratteri ha parlato in prima persona di alcune delle ipotesi che si stanno esaminando, come quella di parificare l’associazione a delinquere di stampo mafioso all’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga; o quella di estendere l’uso delle videoconferenze per le deposizioni dei soggetti detenuti. Altre sono in fase di elaborazione e potrebbero trovare una loro definizione in un documento finale già tra la fine di questo mese e l’inizio del prossimo. Commissioni di questo tipo hanno una funzione principalmente consultiva, ma sarà interessante capire come la piattaforma di proposte potrà “dialogare” con la riforma della giustizia messa a punto da Via Arenula, già passata al vaglio del Consiglio dei ministri e solo in parte approdata in Parlamento. In tema di impugnazioni, accanto a una serie di interventi che puntano a scoraggiare pratiche dilatorie nel processo, vengono prospettate alcune importanti modifiche al codice di procedura penale per alleggerire il sistema. Per esempio: l’abolizione del divieto di “reformatio in pejus” (più sfavorevole all’interessato) delle sentenze, nel caso in cui sia il solo imputato a impugnare; o ancora l’abolizione dell’appello incidentale, ossia il meccanismo che consente di proporre appello entro un nuovo termine quando quello in via principale sia scaduto, a condizione che la controparte lo abbia fatto nei termini previsti. Ma si ipotizza anche l’inammissibilità delle impugnazioni in appello per manifesta infondatezza, con un iter che in sostanza potrebbe ricalcare quello analogo già previsto in Cassazione; e l’abolizione del ricorso per Cassazione per vizio di motivazione, considerando che spesso sconfina nel merito: misure che se trovassero un reale sbocco normativo, modificherebbero profondamente l’iter processuale. Un altro versante riguarda i procedimenti speciali: tra le ipotesi che si stanno esaminando, l’abrogazione tout court del giudizio abbreviato, prevedendo nel contempo una diversa articolazione del patteggiamento e introducendo la possibilità di patteggiare qualsiasi pena, anche l’ergastolo, con la sostituzione della pena a 30 anni e non applicando l’isolamento diurno. Per scoraggiare ricorsi temerari, la commissione suggerisce una modifica normativa che certamente non piacerà agli avvocati: far sì che il legale risponda in solido con il proprio assistito delle spese legali in caso di ricorso dichiarato inammissibile. Tra le proposte, anche l’introduzione del reato di autoriciclaggio, con una formulazione in parte diversa da quella licenziata dal ministero della Giustizia e più tagliata per colpire i casi di reinvestimento di denaro frutto di reati contro la Pubblica amministrazione e di natura tributaria e societaria.

 

Eva Bosco(Ansa)

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