Callipo alla guida della fronda dem
PIZZO Il sostegno incondizionato a Mario Oliverio, manifestato a caldo dopo l’esito delle primarie, è ormai cosa vecchia. Il sindaco di Pizzo non dichiara guerre al candidato vincitore delle primarie…

PIZZO Il sostegno incondizionato a Mario Oliverio, manifestato a caldo dopo l’esito delle primarie, è ormai cosa vecchia. Il sindaco di Pizzo non dichiara guerre al candidato vincitore delle primarie, ma mette in chiaro alcune cose. Non un coro unanime, certo, quello dei vari rappresentanti dei comitati e circoli che si sono dati vicendevolmente la parola all’interno dell’incontro “Adesso il futuro”, che si è svolto oggi a Pizzo, ma comunque sulla stessa lunghezza d’onda quando si deve ribadire il «ruolo indiscusso di leader di Gianluca» o articolare il vincitore delle primarie come «avversario».
Unico, vero, momento di discontinuità, l’intervento di Giovanni Manoccio che, per quanto abbia ribadito la necessità di «liste di solo orientamento democratico» ha tentato di abbassare i toni perché, da buon ex “oliveriano”, per lui quell’altra parte di Pd, avvertita come tanto lontana dai presenti, «non rappresenta il nemico».
Formalmente neppure per Callipo che, almeno a parole, non ha ufficializzato nessuna rottura con il veterano del Pd. L’ha però velatamente rimarcata ricordando gli «elementi di discontinuità attuali rispetto alle candidature» e citando, forse memore delle percentuali di gradimento che, sbagliando, gli avevano attribuito molto più consenso di quello ottenuto, «la volontà di quel 42 per cento e di quelle 55mila persone» che gli hanno «accordato una preferenza che va rispettata».
I sostenitori di Callipo del resto hanno, ha proseguito il sindaco, «bisogni propri e esigenze proprie» e, soprattutto, non intendono «fare passi indietro sul fatto di non accogliere all’interno del futuro consiglio regionale elementi attualmente presenti nella giunta della Stasi. Se così non fosse, i risultati li pagheremo tutti. Va poi rispettato – ha proseguito – il deliberato dell’assemblea che dice che i transfughi non possono essere accettati».
Se, poi, l’apertura iniziale di Oliverio verso una coalizione più eterogenea sembrava cosa superata, ad affermare il contrario ci ha pensato Manoccio: «A fianco di Oliverio – ha detto – ci saranno sette liste, e solo tre saranno di ispirazione totalmente democratica, mentre le altre quattro provengono dal variegato panorama politico. Importante sarebbe dunque – ha proseguito – lasciare le analisi a dopo, perché questo è il momento di lavorare agli schieramenti».
Ma, per Callipo, i giochi sarebbero già fatti: «La coalizione – ha detto – è stata già definita al momento delle primarie. Per quello che mi riguarda, ho già le idee chiare da tempo, ma il confronto è doveroso». Eppure il sindaco di Pizzo non si è sbottonato più di tanto: ha piuttosto parlato per bocca dei suoi sostenitori che, da Rosario Bressi a Domenico Grillì, solo per ricordare alcuni interventi, hanno rimarcato differenze abissali tra i due pezzi forti dello scontro elettorale delle primarie. Oliverio ammirato per «la condotta risoluta tenuta a Roma», ma anche «troppo legato a vecchie logiche» o addirittura «troppo poco istruito e preparato» in confronto al giovane renziano.
«I voti di Oliverio – ha poi detto Renato Bellofiore, ex sindaco di Gioia Tauro – non sono in cassaforte, e l’esito delle primarie non deve fargli pensare che alle regionali andrà allo stesso modo».
Zaira Bartucca
z.bartucca@corrierecal.it