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San Giovanni in Fiore, cade la giunta comunale (gentiliana)

SAN GIOVANNI IN FIORE L’esito era quasi scontato ma oggi è arrivata l’ufficialità: l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore è caduta in seguito alle dimissioni in massa dei consiglieri. …

Pubblicato il: 20/10/2014 – 13:36
San Giovanni in Fiore, cade la giunta comunale (gentiliana)

SAN GIOVANNI IN FIORE L’esito era quasi scontato ma oggi è arrivata l’ufficialità: l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore è caduta in seguito alle dimissioni in massa dei consiglieri. Il sindaco, Antonio Barile, viene così sfiduciato dalla sua stessa maggioranza senza nemmeno passare dal voto dell’assemblea comunale. Il Tuel prevede infatti lo scioglimento del Consiglio nel caso di dimissioni di almeno la metà più uno dei componenti. La decadenza della giunta di centrodestra era nell’aria e rappresenta un colpo pesante per Ncd e l’area gentiliana, di cui Barile è uno dei principali esponenti. L’isolamento degli alfaniani calabresi trova quindi una sua nuova appendice in terra gioachimita. Dopo il “no” di Mario Oliverio (che, ironia della sorte, è di San Giovanni in Fiore) a un’alleanza alle regionali con Ncd e Udc e il contestuale gran rifiuto di Wanda Ferro e della “segretaria” di Fi Jole Santelli, il coordinatore alfaniano Tonino Gentile si ritrova ora a incassare un nuovo uppercut a livello locale. Il segno che Pd e Fi fanno davvero sul serio e puntano a mettere sempre più all’angolo il Nuovo centrodestra, quando manca un mese alle elezioni regionali.
Le turbolenze nella maggioranza di Barile – candidato non eletto alle ultime elezioni provinciali – durano da troppo tempo. Ad aprire la crisi era stato il vicesindaco, Giovambattista Benincasa, che aveva lasciato Ncd per abbracciare la causa di Fratelli d’Italia. Ma il vero punto di non ritorno era stato toccato poche settimane fa, quando il sindaco aveva dovuto assistere alla terza diserzione dall’aula dei consiglieri di Fi. L’occasione era importante: il Consiglio doveva approvare le tariffe Tasi e Tari, necessarie per il sì al bilancio preventivo 2015, ma l’assenza degli azzurri aveva fatto saltare tutto e reso ancor più incerta la permanenza di Barile. Il bilancio doveva essere presentato entro il 16 ottobre e, in casi come questo, il prefetto può decidere autonomamente di sciogliere il Consiglio. Non ce n’è stato bisogno, perché gli ex alleati dell’Ncd hanno deciso di sferrare l’offensiva finale che ha defenestrato Barile. Un uomo di Gentile.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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