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Frana killer, condannati tecnici dell'Anas

COSENZA Quattro condanne e tre assoluzioni. È questo il verdetto del Tribunale di Cosenza emesso al termine del processo sulla frana killer della A3. Lo smottamento provocò la tragedia del 25 gennaio…

Pubblicato il: 24/11/2014 – 16:54
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Frana killer, condannati tecnici dell'Anas

COSENZA Quattro condanne e tre assoluzioni. È questo il verdetto del Tribunale di Cosenza emesso al termine del processo sulla frana killer della A3. Lo smottamento provocò la tragedia del 25 gennaio del 2009, nella quale – nel tratto compreso tra gli svincoli di Altilia e Rogliano – persero la vita due persone e altre cinque rimasero ferite. Nell’inchiesta sono finiti funzionari e tecnici dell’Anas, costruttori e ingegneri coinvolti nei lavori della A3, tutti indagati – a vario titolo – di disastro, frana colposa e omicidio colposo plurimo. Quella maledetta domenica, poco dopo le 22, una coltre di fango e detriti travolse senza lasciare scampo il catanzarese Danilo Orlando, all’epoca 27enne neolaureato in Scienze dell’amministrazione all’università “Magna Grecia”, e Nicola Pariano, 59 anni, dipendente dell’Enel e originario del Crotonese, ma da tempo residente nel capoluogo. I due viaggiavano su un furgoncino assieme ad altre persone: facevano parte di una squadra aziendale amatoriale che tornava da un memorial disputato a Terni. All’improvviso – hanno raccontato i superstiti – si è sentito un fortissimo boato e poi il fango ha ricoperto tutto: decine di alberi e detriti hanno travolto il furgoncino in transito. Una tragedia che solo per una pura fatalità non ha assunto dimensioni maggiori (le vittime potevano essere di più).

Il Tribunale, in composizione monocratica, ha condannato a tre anni di carcere e cinque di interdizione dai pubblici uffici Giuseppe Cavaliere (56 anni di Lamezia); Angelo Gemelli (45 anni) di Laurignano, responsabile del Centro manutenzione Anas di Cosenza; Nicola Megale (48 anni) di Maratea e Josè Librandi (44) di Rossano, direttore dei lavori e capo reparto del posto di manutenzione dell’Anas. I quattro sono stati condannati anche al pagamento di 170mila euro – immediatamente esecutivi – nei confronti delle famiglie delle due vittime. Nell’inchiesta era indagato anche Cesare Cosentini, che è deceduto. Assolti per non aver commesso il fatto Luigi Oliva (78 anni), di Napoli, ex ingegnere capo dell’Anas; Eugenio Bevacqua (54), addetto all’ufficio tecnico del Comune di Altilia. Bernardino Cipolloni (84 anni) di Roma, direttore dei lavori assolto con formula dubitativa. 

I legali, prima di fare le loro arringhe, avevano espresso vicinanza alle famiglie di Danilo e Nicola, «partecipando a un dolore, che non è comunque giustificabile». I difensori hanno cercato di dimostrare che quanto accaduto – la frana – è stato un evento non prevedibile, anche perché – aveva affermato l’avvocato di uno degli imputati «sulla A3 accade di tutto e non vi è mai stata segnalazione della probabile caduta, in quel tratto, di terriccio o sassi sulla carreggiata». Posizione assolutamente non condivisa dalla pubblica accusa – rappresentata dal pm Bruno Antonio Tridico – che ha ribadito, più volte, come si sia trattato di una tragedia evitabilissima. Non ci sono dubbi sulle responsabilità penali. Non è stata – ha affermato il pm nel corso della sua requisitoria – una disgrazia causata da un evento eccezionale. E l’Anas non ha mai fornito un atto che evidenziasse qualsiasi anomalia. Due giorni dopo la tragedia si è verificata un’altra frana esattamente in quella zona ma per fortuna in quel momento non passava nessuno.

Tra novanta giorni le motivazioni della sentenza. 

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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