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I Bronzi di Riace e gli studi di settore poco accattivanti

REGGIO CALABRIA I Bronzi di Riace adesso hanno un portale dedicato e un’app. Il sito, si propone di raccontare e promuovere le due sculture tramite immagini, video, notizie, curiosità e approfondimen…

Pubblicato il: 18/12/2014 – 17:03
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I Bronzi di Riace e gli studi di settore poco accattivanti

REGGIO CALABRIA I Bronzi di Riace adesso hanno un portale dedicato e un’app. Il sito, si propone di raccontare e promuovere le due sculture tramite immagini, video, notizie, curiosità e approfondimenti, mentre l’app servirà ad adottare il contenuto del sito per i dispositivi mobili Apple e Android.
Progetto che si prefigge di «essere costantemente aggiornato grazie a una sezione “news” curata da uno o due giornalisti», fanno sapere i promotori, il portale è attualmente in italiano ed english-friendly, ma si conta di aggiungere presto anche il russo e il tedesco.
«Si tratta non di un sito quantistico – ha detto Daniele Castrizio, l’ideatore – ma critico e discorsivo, che si può leggere in un’oretta circa. Aperto, inoltre, al contributo degli utenti, di qualsiasi cittadino che voglia arricchirne i contenuti. L’idea – ha dichiarato ancora l’interessato – è quella di farlo diventare un punto di riferimento per le persone del posto, ma soprattutto per gli stranieri». 

Ma se, dallo stesso Castrizio, il sito viene definito come «scietificamente attendibile», a conti fatti è evidente il “taglio” che viene dato alle informazioni contenute: i Bronzi vengono considerati senza se e senza ma “guerrieri” dalla storia delineata (storici e critici ci vanno invece da sempre, vista la scarsezza delle informazioni, cauti) e si predilige l’ipotesi – per quanto ne vengano riportate di altre – che a crearli sia stato Pitagora da Rhegion, «il primo – si legge nel sito – a riprodurre i tendini e le vene e a trattare i capelli con accuratezza», e per questo ricondotto alla precisione di esecuzione che è facile notare nelle due figure.
Ma, per quanto sia ancora difficile rintracciare verità assolute sui Bronzi, su cui neppure i più illustri accademici si sono avventurati, a rassicurare utenti e storici dell’arte ci hanno pensato fin da subito i promotori: l’Università di Messina, fornitrice dei contenuti – che ha lavorato in partnership con la Provincia di Reggio Calabria e con l’associazione Archigramma, avrebbe alle spalle «vent’anni di ricerca e di studi» di settore. A conti fatti, però, il progetto «mira soprattutto alla notorietà dei Bronzi», si sottolinea, e, pur di renderli più “accattivanti” di quanto non siano di per sé, avrebbe tralasciato le basi solide della ricerca scientifica nostrana e internazionale, che a detta degli interessati «anche se basata su una bibliografia imponente e sugli studi di tutti i maggiori archeologi e storici dell’arte della comunità scientifica internazionale, non ha voluto considerare le acquisizioni e i progressi della ricerca, concentrandosi su aspetti marginali». “Annacquare” quanto di vero c’è sui Bronzi, con tutte le difficoltà che ne possono seguire a ricostruirne la storia con dati, questa volta, certi, appare insomma un rischio concreto.
Rimangono comunque i “lati buoni” che si possono ricondurre alla promozione, al proposito di legare sempre più le due statue al territorio e, soprattutto, di farle rimanere in Calabria.
«Si è diffusa l’idea – hanno detto ancora gli ideatori del progetto – che i due Bronzi non abbiano nulla a che vedere con Reggio e la Magna Grecia, tralasciando il fatto che molti studiosi italiani e stranieri hanno indicato proprio nella Magna Grecia la patria artistica e culturale dei due capolavori».
«Il nostro intento – ha detto il presidente della Provincia di Reggio Giuseppe Raffa – è quello di far rimanere i Bronzi a Reggio, e nel farlo – ha concluso – puntiamo alla loro massima valorizzazione».
Il portale, è consultabile al sito www.bronzidiriace.it.

 

Zaira Bartucca
z.bartucca@corrierecal.it

 

 

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