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Proclamati ma non… eletti

ROMA I trenta nuovi consiglieri regionali sono stati proclamati ma nessuna comunicazione ufficiale è stata loro notificato sino ad oggi. Sono in carica dal 10 di dicembre, ma dopo nove giorni …

Pubblicato il: 19/12/2014 – 16:12
Proclamati ma non… eletti

ROMA I trenta nuovi consiglieri regionali sono stati proclamati ma nessuna comunicazione ufficiale è stata loro notificato sino ad oggi. Sono in carica dal 10 di dicembre, ma dopo nove giorni non possono dimostrarlo perché il massimo che hanno ricevuto è una telefonata dagli uffici del consiglio regionale della Calabria attraverso la quale anonimi interlocutori gli hanno chiesto di fornire la loro domiciliazione. Tutto qui.
«Evidentemente pensano che siamo degli sfaccendati», commenta sconsolato uno dei neo eletti, Giuseppe Graziano, che invece sfaccendato non lo è affatto e ben per questo si è ritrovato ad essere esempio dell’insipienza burocratica regionale già al suo esordio.
Graziano, infatti, è un dirigente superiore (ha il grado di generale) del Corpo forestale dello Stato, da qui anche l’obbligo di comunicare immediatamente la sua elezione al competente ministero che deve emettere un decreto che lo colloca in aspettativa per mandato elettorale.
Se non lo fa rischia di incorrere in un reato, ma per farlo non basta certo l’autocertificazione. Così comincia la rincorsa tra uffici della Corte d’appello e presidenza del consiglio regionale per avere una certificazione da spedire al ministero ed evitare che qualcuno lo accusi di aver coperto un incarico elettorale incompatibile con il suo stato di servizio.
Una rincorsa che ha del grottesco:
«Dal dieci dicembre sono consigliere regionale…»
…E come fa a saperlo?…
«…l’ho letto sul giornale… me lo hanno confermato dal partito…»
«…direttore, ma lei immagina che si possa emettere un decreto ministeriale sulla scorta di quanto riportano i giornali?…».
Più o meno questo il dialogo che Graziano ha dovuto affrontare con i vertici del ministero delle Politiche agricole dal quale dipende. Almeno fin quando non ha trovato una soluzione all’italiana chiedendo alla cancelleria della Corte d’appello una certificazione, o meglio un estratto del verbale di proclamazione, perché il verbale, giustamente, non potevano rilasciarglielo: la legge dice che va trasmesso solo ed esclusivamente alla presidenza del consiglio regionale per gli atti di sua competenza. E sempre della Regione è la competenza a certificare lo status di consigliere regionale. Fortunatamente (si fa per dire) quando si parla di Calabria ormai tutti sanno che è una storia a parte per cui al ministero hanno preso per buono l’estratto del verbale e hanno emesso il decreto con effetto «a far data dal dieci dicembre 2014».
Meglio così, figurarsi se a Palazzo Campanella (che resta sempre nella sua anima l’Astronave), impegnati come sono a lacrimarsi addosso alle prebende perdute e a quelle a rischio possono mai occuparsi di informare gli eletti che sono stati… eletti e fornire loro una certificazione che li metta in regola con le leggi dello Stato.
D’altra parte, però, va tenuto conto che in effetti sono ben pochi i consiglieri regionali che si trovano nelle condizioni del generale Graziano. Non che siano dei nullafacenti, per carità, diciamo che tranne qualche eccezione o sono lavoratori autonomi o sono cresciuti a pane e politica e quindi…

 

pa. po.

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