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Reggio, riconosciuti i debiti "fuori bilancio"

REGGIO CALABRIA È con l’eredità pesante – quanto meno in termini pecuniari – delle ultime amministrazioni, nonché dei due anni di gestione commissariale che il consiglio comunale ha dovuto misurars…

Pubblicato il: 29/12/2014 – 16:50
Reggio, riconosciuti i debiti "fuori bilancio"

REGGIO CALABRIA È con l’eredità pesante – quanto meno in termini pecuniari – delle ultime amministrazioni, nonché dei due anni di gestione commissariale che il consiglio comunale ha dovuto misurarsi nella seduta convocata oggi. Sul piatto, c’erano i debiti fuori bilancio relativi a contenziosi che hanno visto l’amministrazione soccombente, alle prestazioni da liquidare ai professionisti e agli arretrati da riconoscere alla Recasi. Un pacchetto da oltre un milione e 700mila euro, legato a pratiche del passato notificate ben prima che l’amministrazione Falcomatà iniziasse il suo corso, ma per le quali non sono mai state predisposte le opportune coperture in bilancio. È il caso – ad esempio – degli incarichi affidati dal 2004 al 2012 a legali esterni all’ente, ma i cui mandati non sono mai stati trasmessi al Comune «in quanto l’ufficio staff del sindaco non ha provveduto a trasmettere i relativi incarichi affidati, o li ha trasmessi tardivamente, oltre l’anno di riferimento dell’incarico». Ritardi che hanno reso impossibile appostare le somme dovute, dunque oggi da “recuperare” come debiti fuori bilancio.

 

L’OPPOSIZIONE DICE NO
Un atto dovuto, necessario per mettere ordine nel pantano del bilancio comunale, ma che il centrosinistra ha dovuto approvare a maggioranza, mentre l’opposizione è andata in ordine sparso, dividendosi fra voto contrario e astensione. Una presa di posizione quasi paradossale da parte di chi in passato ha sostenuto le amministrazioni che hanno contribuito a creare quei debiti, sottolineano negli interventi i consiglieri del centrosinistra come Rocco Albanese, che tuona: «Vi siete permessi il lusso di votare contro il riconoscimento dei debiti che la vostra amministrazione ha creato. Io mi vergogno di fare parte di questo consiglio comunale».
Ci va giù duro anche il capogruppo Pd in consiglio, Antonino Castorina, che sottolinea: «Non accettiamo la morale da chi fa la parte di Penelope, che di giorno tesse la tela e di notte la sfilaccia. Se i debiti fuori bilancio non venissero approvati ci sarebbero ulteriori spese per l’ente».
Per l’opposizione invece, il “no” è relativo a una questione di “metodo”. Nonostante tutte le delibere siano accompagnate dai pareri del dirigente di settore e dei revisori dei conti, per il centrodestra tanto i funzionari come i tecnici contabili avrebbero dovuto essere presenti in aula «per eventuali chiarimenti sui provvedimenti da approvare».

 

DEBITI PREGRESSI
Obiezioni respinte al mittente dalla maggioranza, che ha messo in votazione e approvato le quattro delibere, a partire da quella che riconosce i 26.520 euro necessari per saldare i professionisti in passato impegnati nella difesa dell’ente in sede amministrativa o legale. Prestazioni pagate ai minimi tariffari e di cui è necessario il riconoscimento «urgente e improrogabile – si legge in delibera – perché il mancato pagamento delle somme poste a carico del Comune potrebbe comportare il rischio che i professionisti attivino dei procedimenti esecutivi determinando ulteriori spese per l’ente». Per questo, alla delibera è stata data immediata esecutività, di cui a breve beneficeranno diversi legali, fra cui gli avvocati Franco Perrelli, Mario De Tommasi e Luigi Tuccio, fra i “difensori preferiti” delle passate amministrazioni.

 

IL LODO DIMENTICATO
Decisamente più oneroso è invece il capitolo riguardante i contenziosi che hanno visto soccombere l’amministrazione, per questo costretta a pagare a imprese o privati i necessari risarcimenti definiti in sede legale. A pesare non sono solo le sentenze esecutive notificate al Comune dal febbraio 2011 al settembre 2014 – mai onorate nonostante per legge se ne preveda la liquidazione entro 120 giorni – ma è soprattutto il lodo arbitrale in favore dell’impresa Gallico Srl, per la causa sulla riqualificazione del Lungomare di Gallico. Il provvedimento – che stabilisce che l’ente dovrà risarcire l’impresa con quasi un milione 150mila euro – è stato notificato a Palazzo San Giorgio nell’ottobre 2013, senza che avvenisse alcunché. Non solo non è stato disposto alcun pagamento in favore dell’azienda, ma non è stata valutata neanche alcuna iniziativa di tipo legale. Un anno di limbo che oggi non solo priva il Comune della possibilità di ricorrere contro la decisione, ma obbliga Palazzo San Giorgio al pagamento delle relative more. Per questo, nella stessa delibera con cui l’amministrazione Falcomatà ha riconosciuto come “debito fuori bilancio” le somme da riconoscere all’impresa, si dà mandato perché vengano accertate «le eventuali responsabilità che hanno provocato il pagamento di maggiori somme a titolo di interessi legali e moratori dalla data della notifica del Lodo arbitrale al Comune».

 

RISARCIMENTI E ONERI
Sono invece 176.720 euro i soldi che Palazzo San Giorgio dovrà stanziare per coprire i risarcimenti disposti dai giudici nei confronti di privati cittadini, soprattutto per canoni acqua errati e danni causati dal manto stradale. Infine, è di 140.922mila euro la somma che dovrà essere riconosciuta alla Recasi per la definizione e informatizzazione di oltre trentamila pratiche di condono edilizio. Un incarico per il quale la società mista ha presentato fattura nel dicembre 2011, ma senza che si sia proceduto «a suo tempo a impegnare, nell’esercizio di pertinenza, la somma necessaria al pagamento della suddetta spesa, in violazione alle disposizioni contenute nell’articolo 191 del Tuel».

 

LA PARTITA DELLE MUNICIPALIZZATE
Ultimo punto all’ordine del giorno invece, la necessità di convocare un consiglio straordinario per decidere le sorti delle partecipate e soprattutto degli ex dipendenti. Una questione spinosa e potenzialmente estremamente scivolosa. Se da una parte la nuova amministrazione sembra aver accolto il piano – definito in periodo commissariale – che prevede la sostituzione delle municipalizzate sciolte per mafia con due nuove in house, tutto da stabilire è il destino dei lavoratori, che rimangono vigili e sul piede di guerra. Presenti oggi in consiglio comunale, gli ex dipendenti hanno già fatto sapere che non si rassegneranno a tagli, esuberi o estromissioni. Una questione delicata, su cui – forse – non a caso il consigliere comunale di maggioranza Giovanni Minniti ha chiamato i sindacati a fare la propria parte, invitandoli a «fare una propria proposta». Nel frattempo, è già stato diramato l’avviso pubblico per la «designazione, sostituzione o nomina dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende, istituzioni, società partecipate o controllate dall’ente», destinato a individuare i rappresentanti comunali all’interno del cda e del collegio sindacale delle due nuove municipalizzate e della Reges. Una partita ancora tutta da giocare, ma che si preannuncia estremamente complessa.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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