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Pastorale sulla 'ndrangheta, «Ora è il turno delle istituzioni»

REGGIO CALABRIA «La pastorale della Chiesa sulla ‘ndrangheta è l’ennesimo appello ai calabresi  per ribellarsi a un fenomeno, quello mafioso, che ha ridotto in schiavitù gran parte delle nostre…

Pubblicato il: 04/01/2015 – 20:53
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Pastorale sulla 'ndrangheta, «Ora è il turno delle istituzioni»

REGGIO CALABRIA «La pastorale della Chiesa sulla ‘ndrangheta è l’ennesimo appello ai calabresi  per ribellarsi a un fenomeno, quello mafioso, che ha ridotto in schiavitù gran parte delle nostre comunità. La voce della Conferenza episcopale calabra indica un codice etico e comportamentale, alla cui osservanza nessuno può e deve sottrarsi: dai singoli cittadini, che spesso trovano nell’antistato risposte ad alcuni loro bisogni, a quanti, istituzioni e politica, sono  deputati a rappresentare e soddisfare il bene comune».   
Lo afferma il presidente della Provincia Giuseppe Raffa, che riprende la pastorale della Chiesa calabrese sulla ‘ndrangheta. «In una società disgregata, in cui spesso il cittadino sente la lontananza dello Stato, è troppo facile cedere alle tentazioni dell’effimero, di un tenore di vita  che solo l’illegalità può garantire, rispondendo così alle lusinghe del “maligno”, messaggero di un regno dove non c’è possibilità di salvezza civile. Tutto questo – dice Raffa – riguarda sia i laici sia i cattolici, perché il bene comune non è di esclusiva pertinenza degli uni o degli altri, ma una condizione che aiuta la crescita sociale, culturale ed economica di una società che poggia le sue fondamenta  sull’etica umana e sull’ordinamento statale. L’antistato, hanno ragione i vescovi, è anche anti religione che, per noi popolo della Chiesa, significa non tenere conto di importanti principi come la solidarietà, la giustizia sociale, l’eguaglianza, l’umanità  che troviamo nel Vangelo». 
«Al di là dei dogmi – prosegue l’interessato – dentro di noi, come diceva Kant, c’è una legge morale che ci indica la strada da seguire. L’etica, infatti, è un bagaglio che tutti noi ci portiamo dietro e che una volta, volontariamente, messo da parte ci esclude dalla Chiesa. La ‘ndrangheta è fenomeno inumano, sanguinario, illegale, che preclude qualsiasi futuro alla vecchie come alle nuove generazioni, e ci riporta alla condizione hobbesiana di “guerra di tutti contro tutti”. Non è possibile che quanti sono deputati a garantire l’applicazione delle norme giuridiche e amministrare la giustizia in nome del popolo, continuino a essere al centro di minacce che di fatto impongono misure di protezione che limitano la libertà personale. A loro vanno la nostra solidarietà e il nostro grazie, perché aiutano la società a essere più libera e meno conflittuale. Il messaggio dei vescovi calabresi – termina il  presidente della Provincia di Reggio Calabria – non può trovare un contesto socio-politico refrattario. A questo punto le istituzioni locali e la politica hanno un compito importante: costruire attorno al messaggio della Cei un modello di amministrazione che sia d’esempio ai cittadini, perché tutti assieme dobbiamo costruire una società migliore e, soprattutto, depurata dalla ‘ndrangheta».

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