Carcere di Lamezia, Speranza: «Si trovi una soluzione»
LAMEZIA TERME Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, dopo essersi rivolto nei giorni scorsi al capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, e al direttore generale del…

LAMEZIA TERME Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, dopo essersi rivolto nei giorni scorsi al capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, e al direttore generale del dipartimento, Luigi Pagano, lamentando la «mancanza di dialogo tra l’amministrazione penitenziaria e la Città di Lamezia e la situazione veramente kafkiana verificatasi in cui il carcere non funziona dal 28 marzo dell’anno scorso, quando i detenuti sono stati trasferiti altrove», ha scritto nuovamente al ministro della Giustizia e a tutti i parlamentari calabresi per sollecitare «una soluzione positiva per la casa circondariale di Lamezia Terme».
«Le segnalo nuovamente – scrive Speranza al ministro Orlando – la situazione della casa circondariale della mia città. Da quando sono stati trasferiti tutti i detenuti presenti nella struttura, senza nessun intesa con le istituzioni locali e senza nessun preavviso, è quasi passato un anno e dopo le prime rassicurazioni nulla si è risolto: non è stato trasferito il Provveditorato regionale nei locali di proprietà dell’amministrazione penitenziaria e, tra l’altro, da poco oggetto di significativi lavori di restauro. Non è stata riavviata l’attività della casa circondariale, nè si è provveduto a farne sede logistica della polizia penitenziaria».
«Già nella mia prima lettera – afferma ancora il sindaco di Lamezia – le chiedevo un intervento, cosa sollecitata anche nell’incontro avuto con il sottosegretario Cosimo Maria Ferri e con il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Salvatore Acerra, e addirittura ancora prima segnalata all’allora capo dipartimento, Giovanni Tamburino. La nostra città, che è sede di Procura e Tribunale, e nel quale sono in corso processi rilevanti anche di criminalità organizzata, non ha quindi più nè la sua casa circondariale, nè un presidio adeguato dell’amministrazione penitenziaria. I disagi per gli operatori e per i familiari dei detenuti sono evidenti e le ripercussioni negative sulla città altrettanto. So bene che sopratutto negli ultimi mesi le vicende politiche e istituzionali hanno conosciuto ben altre priorità. Ritengo però sia ormai arrivato il momento di prendere una decisione positiva rispetto a una situazione che si trascina da troppo tempo». Ai parlamentari calabresi il sindaco di Lamezia ha chiesto dunque di «sostenere le richieste dell’amministrazione comunale e quelle dei sindacati, affinché la città non perda un importante e indispensabile presidio di sicurezza in un territorio così difficile».