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"Campanella" ultimo atto: sospese tutte le attività

CATANZARO La Fondazione Campanella sospende tutte le attività assistenziali. Il presidente e il direttore generale del polo oncologico catanzarese, Paolo Falzea e Mario Martina, hanno firmato il…

Pubblicato il: 19/02/2015 – 16:51
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"Campanella" ultimo atto: sospese tutte le attività

CATANZARO La Fondazione Campanella sospende tutte le attività assistenziali. Il presidente e il direttore generale del polo oncologico catanzarese, Paolo Falzea e Mario Martina, hanno firmato il decreto che stoppa ricoveri e prestazioni ambulatoriali a partire dal prossimo 2 marzo. Si tratta, forse, dell’atto finale di una storia travagliata. Proprio due giorni fa è stato bocciato l’emendamento al decreto Milleproroghe che avrebbe destinato un milione di euro al pagamento degli stipendi arretrati dei lavoratori.
Nelle scorse settimane Falzea aveva convocato tutti i soci fondatori per esortarli ad adottare i provvedimenti necessari a garantire il funzionamento della Fondazione o, in alternativa, ad avviarne la liquidazione. In quell’incontro «la Regione – è scritto nel decreto – si è impegnata a pervenire a un accordo transattivo del giudizio pendente innanzi al Tribunale di Catanzaro erogando alla Fondazione risorse necessarie a consentire alla Fondazione di continuare a erogare servizi e salvaguardare i livelli occupazionali». Falzea aveva anche chiesto alla struttura commissariale della Regione «di rimborsare alla Fondazione stessa i costi indebitamente sostenuti» per le unità operative non oncologiche «che avrebbero dovuto essere affidate alla gestione dell’Azienda Mater domini a far data dal 1° gennaio 2012». Invece, ancora oggi «la transazione – ricorda Falzea – non risulta ancora sottoscritta dal presidente della giunta regionale o approvata dalla giunta». Né, tantomeno, dalla struttura commissariale sono arrivati i rimborsi per la gestione delle unità che sarebbero dovute essere di competenza della Mater domini.
A ciò si deve aggiungere – continua Falzea – che la Fondazione «non ha alcun titolo giuridicamente rilevante da utilizzare nei confronti dei creditori affinché sospendano le procedure esecutive aventi ad oggetto le erogazioni da parte dell’Asp di Catanzaro».
Il decreto nasce anche dalla presa di posizione di alcuni creditori, che «hanno già formalmente comunicato che dal prossimo mese non saranno evasi gli ordini di fornitura di farmaci e reagenti in assenza di un piano di pagamento dei debiti con l’indicazione di tempi certi». Una situazione, questa, «più volte rappresentata agli enti e alle istituzioni interessate, senza ricevere alcun riscontro formale né tantomeno provvedimenti giuridicamente rilevanti per poter offrire reali garanzie ai creditori».
Dunque, lo stop era l’unica via percorribile, anche al fine di evitare «improvvise carenze di farmaci e dispositivi medici indispensabili per la vita dei pazienti». Dal 2 marzo chiuderanno i battenti le unità operative di Oncologia medica, Oncologia medica con annesso centro di riferimento per il counselling genetico e terapie innovative, Gastroenterologia ed endoscopia oncologica, Ginecologia oncologica, Chirurgia toracica oncologica, Chirurgia plastica ricostruttiva oncologica, Anestesia e terapia intensiva oncologica, Anatomia patologica e Medicina nucleare.
Nelle scorse settimane la Procura di Catanzaro ha aperto un’inchiesta a carico dei vertici della Fondazione. Secondo i sostituti procuratori Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi negli anni che vanno dal 2008 al 2011 il management avrebbe alterato lo stato economico della Fondazione, con voci che venivano falsamente contabilizzate al passivo e con una serie di omissioni nelle note integrative che formano il bilancio. Un modo, forse, per occultare il reale stato finanziario del polo oncologico. Su cui oggi svetta la bandiera bianca.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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