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Minaccia giornalista, il sindaco lo "dimissiona"

NICOTERA Le presunte minacce di un assessore comunale a una giornalista hanno scatenato un putiferio a Nicotera. Una situazione incandescente che ha spinto il sindaco, Franco Pagano, a chiedere e a…

Pubblicato il: 12/03/2015 – 22:01
Minaccia giornalista, il sindaco lo "dimissiona"

NICOTERA Le presunte minacce di un assessore comunale a una giornalista hanno scatenato un putiferio a Nicotera. Una situazione incandescente che ha spinto il sindaco, Franco Pagano, a chiedere e a ottenere le dimissioni del giovane componente della sua giunta coinvolto nella vicenda, Salvatore Cavallaro. Sarebbe stato lui, lo scorso 3 marzo, a intimidire la giornalista Enza Dell’Acqua a pochi passi dal municipio, dove si stava svolgendo una seduta del consiglio comunale. «Non scrivere più di me o vengo a trovarti a casa». Queste le parole con cui Cavallaro si sarebbe rivolto a Enza Dell’Acqua, corrispondente del Quotidiano del Sud. Un “avvertimento” ancora tutto da dimostrare e che lo stesso Cavallaro ha negato prontamente. La cronista ha comunque presentato una denuncia per minacce e insulti.

 

PARLA IL SINDACO

Ieri l’ufficializzazione delle dimissioni di Cavallaro, durante una conferenza stampa convocata dal sindaco. Che ha voluto dare la sua versione dei fatti su una questione che rischia di far discutere ancora a lungo. Pagano spiega le ragioni che lo hanno portato a chiedere il passo indietro a Cavallaro. Il sindaco non sembra avere dubbi sulla correttezza del suo assessore, che però «ha violato un preciso ordine di scuderia». Quale? «Non parlare e non rispondere mai alle provocazioni della giornalista del Quotidiano». Il perché, in questa logica, è facilmente intuibile: Dell’Acqua sarebbe «ostile all’amministrazione comunale».

Pagano – interpellato dal Corriere della Calabria – approfondisce la presunta “ostilità” di Dell’Acqua verso il suo esecutivo: «Negli ultimi anni avrà scritto qualcosa come 400 articoli contro la mia amministrazione, almeno 44 a partire dall’1 gennaio scorso». Un “accanimento” mediatico che – specifica Pagano – «mi ha spinto a chiedere ai miei assessori e agli altri membri della maggioranza di astenersi dal contraddittorio con la giornalista». Il sindaco non usa perifrasi: «Non volevo che cadessero nelle provocazioni, perché Dell’Acqua avrebbe enfatizzato tutto negativamente».

 

«AVEVA LA VIDEOCAMERA ACCESA»

Cavallaro, per il sindaco, sarebbe quindi caduto in una trappola. «L’assessore, così mi è stato riferito, durante il consiglio comunale è uscito per parlare con la giornalista. Poco tempo dopo, Dell’Acqua è rientrata in aula. Dopo aver parlato per cinque minuti con uno dei presenti, ha cominciato a urlare e a inveire contro Cavallaro. Non sembrava una reazione emotiva, bensì premeditata. Aveva anche la videocamera del cellulare accesa…».
L’assessore, racconta ancora Pagano, voleva spiegazioni circa una lunga serie di post contro di lui che Dell’Acqua avrebbe pubblicato su Facebook. «In quelle occasioni lo additava come un inetto, rimasto inerte rispetto al disagio dei pescatori di Nicotera». Una raffica di critiche che avrebbero innervosito Cavallaro al punto da chiedere alla giornalista di darci un taglio. Minacce? Pagano lo esclude ed è pronto a garantire per l’ex membro della giunta, «un ragazzo mite che conosco da quando era piccolo». Dice di conoscere, e bene, anche Dell’Acqua «e tutta la sua settima generazione», sottolinea abbastanza allusivamente. Ma non aggiunge altro.

 

NESSUN BAVAGLIO

Quindi la giornalista ha un piano recondito, un obiettivo destabilizzante? «Non è nessuno, non è che perché scrive per un giornale è Montanelli… lei ha ingaggiato una battaglia contro la mia amministrazione». Perché? Pagano accenna una spiegazione, poi si blocca. Tiene, però, a precisare che nessuno, a Nicotera, vuole mettere il bavaglio alla stampa. E non manca di esprimere «piena solidarietà». Non a Dell’Acqua, bensì a Cavallaro, «perché sono convinto che non abbia posto in essere nessun atteggiamento minaccioso».
Pagano, che professa ancora la sua fede comunista, si definisce uno studioso delle relazioni della commissione Antimafia. Un’esperienza su relazioni e informative che lo supporta nell’affermare che «quando uno vuole minacciare qualcuno, non lo fa mai in un luogo pubblico».

Il fatto più preoccupante, a suo dire, è un altro, e cioè «la rappresentazione distorta di Nicotera. In una terra come questa, dove è forte la presenza della criminalità organizzata, ci si concentra su quelle che sono vere e proprie quisquilie».
Non la pensa così la Prefettura di Vibo che, pochi giorni dopo lo “scontro” fuori dal consiglio comunale, ha convocato la giornalista davanti al Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico per ascoltare la sua visione dei fatti.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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