ROMA Mario Oliverio non le ha mandate a dire. Non ha proprio digerito le modalità con cui si è arrivati alla scelta di Massimo Scura e alla conferma di Andrea Urbani rispettivamente come commissario e sub-commissario alla Sanità in Calabria. E ieri pomeriggio lo ha detto chiaramente in Consiglio dei ministri. Anzi, lo ha urlato, più che detto. Perché a Palazzo Chigi, dove il governo ha approvato il decreto di nomina, il presidente della Regione non ha fatto nulla per celare il suo stato d’animo.
L’ira del governatore calabrese avrebbe lasciato basiti parecchi esponenti dell’esecutivo per il contenuto politico ma il tono tutt’altro che diplomatico delle parole di Oliverio. Che ha accusato il governo di averlo lasciato solo in un momento delicatissimo e di non aver tenuto in considerazione il suo punto di vista in una scelta strategica per il futuro della Calabria. D’altronde, la sanità assorbe da sola oltre il 70% del bilancio regionale. E nominare un commissario che non sia il presidente della Regione, o che non sia legato a quest’ultimo da un rapporto fiduciario, rischia di legare le mani all’inquilino di Palazzo Alemanni nella gestione dell’ente.
Queste le preoccupazioni di Oliverio che ancora una volta ha fatto pesare, sul suo piatto della bilancia, l’ampia investitura democratica ricevuta dal popolo calabrese alle elezioni novembrine. Anche e soprattutto per questo lo smacco non è proprio andato giù al governatore. Oliverio, nel corso del suo intervento a Palazzo Chigi, ha ripercorso le tappe della vicenda soffermandosi sul momento cruciale, la sua mancata nomina a commissario, che sarebbe dovuta arrivare nell’ormai celebre Cdm del 24 dicembre dello scorso anno: quello in cui l’esecutivo varò i decreti attuativi del Jobs act. Il rinvio all’anno nuovo, con i vincoli imposti dal Patto per la salute, ha tagliato fuori il presidente della Regione dalla possibilità di essere indicato alla guida dell’ufficio commissariale.
Si è arrivati così, due mesi e mezzo dopo, all’infuocato Consiglio dei ministri di ieri che ha restituito una guida alla Sanità calabrese, ma che non rappresenta l’episodio finale della vicenda. Oliverio infatti starebbe prendendo in considerazione l’idea di percorrere la strada del ricorso giurisdizionale. Questo almeno è ciò che il governatore pensava ieri sera, uscendo da Palazzo Chigi, dove in parecchi hanno storto il naso dinanzi al montare della rabbia del governatore.
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