La "rivoluzione" di Falcomatà
REGGIO CALABRIA Non una semplice rotazione dei dirigenti, ma una riorganizzazione profonda della struttura dei dipartimenti di settore e di competenze e deleghe di ciascun dipartimento: è questa la r…

REGGIO CALABRIA Non una semplice rotazione dei dirigenti, ma una riorganizzazione profonda della struttura dei dipartimenti di settore e di competenze e deleghe di ciascun dipartimento: è questa la rivoluzione annunciata ieri sera dal sindaco Giuseppe Falcomatà alla sua giunta. Quanto meno formalmente, si tratta dunque prima di tutto di una ristrutturazione amministrativa, anche se – è chiaro – in gioco ci sono anche gli incarichi dei singoli dirigenti che, con molta probabilità, subiranno una profonda trasformazione. Allo stato, nulla è né può essere ufficiale, perché prima che la giunta possa votare lo schema definitivo sarà necessario un passaggio sindacale, ma le idee sul nuovo volto da dare alla macchina burocratica di Palazzo San Giorgio sono abbastanza chiare. Così come – mormorano negli ambienti vicini al primo cittadino – le ragioni per cui la ristrutturazione doveva essere fatta.
RICUCIRE STRAPPI DEL PASSATO E AZZERARE POTENTATI
Falcomatà non ne ha mai fatto mistero. Fin dal primo giorno, ha tuonato contro quell’apparato ereditato dall’amministrazione sciolta per mafia e che la timida riorganizzazione proposta dai commissari, non ha semplificato in nulla. Al contrario. Anche per tappare le falle provocate da quella – molto approssimativa, dicono fonti interne – ristrutturazione, dopo l’arrivo del segretario generale Giovanna Acquaviva, la riorganizzazione della macchina comunale è diventata il primo punto all’ordine del giorno. Ma soprattutto, è intenzione del sindaco e della sua giunta «smantellare quei potentati che si erano creati in alcuni dipartimenti». O almeno questo è quanto il primo cittadino si è più volte lasciato scappare annunciando l’arrivo degli ormai famosi 145, i funzionari presi in prestito da altri enti, che lavoreranno a costo zero per Palazzo San Giorgio. I primi sono arrivati nel corso delle ultime settimane, qualcun altro seguirà a breve e il gran ballo dei dipartimenti è cominciato.
SMANTELLATI E SPACCHETTATI I SETTORI LAVORI PUBBLICI E FINANZE
A subire una modifica strutturale è innanzitutto il settore Lavori pubblici, feudo storico di Marcello Cammera, spacchettato in tre dipartimenti – Servizio idrico; progettazione ed esecuzione; manutenzione – che il sindaco vorrebbe affidare solo a funzionari esterni. Rimasto orfano, Cammera potrebbe approdare alla Cultura, settore dal portafoglio ben più ridotto attualmente, insieme all’Ambiente, nelle mani di Carmela Stracuzza, in via di probabile trasferimento alla Pubblica Istruzione. Da agronoma qual è per laurea e formazione, di politiche agricole e ambientali dovrebbe occuparsi Loredana Paci, mentre saranno probabilmente degli esterni a occuparsi di Sviluppo urbano, trasporti e smart city. Subirà uno spacchettamento anche il problematico settore del Bilancio, attualmente nelle mani di Demetrio Barreca, in futuro diviso in due dipartimenti, programmazione economica da una parte e tributi dall’altra. Anche in questo caso, l’amministrazione pensa di far ricorso ad uno o più esterni per affiancare lo storico dirigente, che – almeno in una prima fase – sembra poter mantenere il suo posto.
POCHE CONFERME
Francesco Barreca invece dovrebbe mantenere il coordinamento delle Attività produttive, mentre Maria Luisa Spanò potrebbe tornare ad occuparsi di Welfare. Toccherà invece al nuovo segretario generale Acquaviva occuparsi anche di servizi esternalizzati, mentre rimangono in capo al nuovo comandante dei vigili, Rocco Romeo, le competenze riguardo Legalità, sicurezza, coesione sociale e controllo del territorio. Allo stato dunque, rimane vuota solo la casella degli Affari generali, oggi in mano a Carmelo Nucera, che tuttavia da lì – dicono bene informati – dovrà andare via. Di fatto, l’unica per cui mai è stata in dubbio la conferma è Fedora Squillaci, non solo fra i pochissimi dirigenti di professione avvocato, ma anche una delle poche in grado di portare risultati – positivi – visibili e quantificabili del suo operato: da quando l’Avvocatura civica è stata ricostituita, il Comune ha risparmiato oltre 3,5 milioni di euro di parcelle rispetto al passato, mentre le consulenze esterne ammontano a soli trecentomila euro.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it