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Rinasce la destra in Calabria

LAMEZIA TERME Per non morire salviniani e non rassegnarsi al berlusconismo, gli ex colonnelli calabresi di Alleanza nazionale sono pronti a rimettersi in moto. Modalità e forma sono decise wor…

Pubblicato il: 04/04/2015 – 9:46
Rinasce la destra in Calabria

LAMEZIA TERME Per non morire salviniani e non rassegnarsi al berlusconismo, gli ex colonnelli calabresi di Alleanza nazionale sono pronti a rimettersi in moto. Modalità e forma sono decise work in progress, di certo c’è che ai primi di maggio a Cosenza è in programma la prima uscita ufficiale di un movimento che vuole «contribuire a rimettere in piedi il centrodestra». A guidare l’operazione ci sono due consiglieri regionali eletti in Forza Italia, Fausto Orsomarso e Mimmo Tallini, ma ormai sempre più lontani dalla galassia forzista. Con loro potrebbe esserci anche Wanda Ferro (le avance nei suoi confronti si sono fatte più insistenti nelle ultime settimane), candidata del centrodestra alla poltrona di presidente alle ultime regionali a e rimasta fuori dal Consiglio per “colpa” di una legge elettorale approvata al fotofinish della scorsa legislatura. 

Altri personaggi di primo piano guardano con interesse al progetto. Tra questi c’è Peppe Scopelliti. Nei giorni scorsi l’ex governatore ha riunito i suoi fedelissimi in un ristorante di Reggio Calabria. Ufficialmente per un scambio di auguri pasquali, molto più prosaicamente per comunicare loro che è arrivato il momento di riprendere il discorso interrotto bruscamente quasi un anno fa, dopo il flop delle europee. In questa prima fase Scopelliti resterà defilato. Aspetta, l’ex presidente della giunta calabrese, di ritornare ad avere quell’agibilità democratica che la pesante condanna in primo grado nel processo “Fallara” gli ha portato via. Ma ci sono anche motivi di opportunità politica che sconsigliano un impegno diretto e in prima persona di Scopelliti. «Meglio presentarsi – è il ragionamento più ascoltato negli ambienti della destra calabrese – con volti e idee nuove che con “sponsor” di peso ma dal passato ingombrante». E in effetti questo è il mantra anche di chi, come Wanda Ferro, ritiene che «quello che c’è stato non può più tornare». Il riferimento è sì all’idea di costruire «qualcosa di diverso di una nuova Alleanza nazionale», ma anche a rompere con alcune logiche del recente passato. Non è un caso, fanno notare i più maliziosi, che Ferro abbia risposto picche all’invito a cena di Scopelliti. 

Si va avanti, comunque. E tra le certezze c’è il divorzio, non ufficializzato ma nei fatti già consumato, tra i personaggi promotori del nuovo progetto e Forza Italia. Nelle più moderate delle disamine, il partito di Berlusconi viene dato «evaporato». In quelle più severe viene descritto come un «partito allo sbando», preda dei diktat dei pochi che hanno giurato fedeltà eterna all’ex Cavaliere. 

E allora, eccola l’alternativa al centrosinistra di Mario Oliverio. Eccolo il contenitore politico che vuole assicurare rappresentanza politica a chi non sogna di votare una destra lepenista e anti-sistema. «La storia del Movimento sociale – ragiona Orsomarso – è stata importante ma non possiamo pensare di rimanere ancorati a un’idea di mondo che è stata superata dalla storia. Alcuni valori rimangono attuali ma vanno contestualizzati al tempo che stiamo vivendo». 

Dunque, si parte dalla Calabria ma con uno sguardo anche alle altre regioni. Alle possibili sinergie con altri movimenti e partiti, compreso quello di Fratelli d’Italia. Molto dipenderà dalla relazione politica che riusciranno a mettere in piedi Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma è probabile che un sostegno al progetto possa arrivare anche da Gianfranco Fini. L’ex leader di An, il delfino di Giorgio Almirante, che con la Calabria continua a mantenere un rapporto diretto e intenso. L’esempio che forse tutti ricordano è quello del 1992, quando Fini guidò la lista dell’Msi alle comunali di Reggio.

«La riconoscenza è il sentimento della vigilia», continua a ripetere, a metà tra il deluso e il consapevole, l’ex presidente della Camera rispetto ai tanti colonnelli cresciuti sotto la sua guida e adesso approdati verso altri lidi. E chissà che dalla Calabria non possa partire quel processo di riunificazione di una «destra europea e dei diritti» che tanto gli sta a cuore. Così, giusto per non morire salviniani e rassegnarsi al berlusconismo. 

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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