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Mangialavori, Esposito e Tallini: gestione fallimentare della Campanella

CATANZARO «Le operazioni avviate dal commissario liquidatore, il licenziamento dei dipendenti e l’assorbimento dei posti letto gestiti dalla Fondazione presso altra struttura (“Mater Domini”) so…

Pubblicato il: 11/04/2015 – 11:32
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CATANZARO «Le operazioni avviate dal commissario liquidatore, il licenziamento dei dipendenti e l’assorbimento dei posti letto gestiti dalla Fondazione presso altra struttura (“Mater Domini”) sono la conseguenza di una gestione politica fallimentare della vicenda». È quanto sostengono, in una nota, i consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (Cdl), Sinibaldo Esposito (Ncd) e Domenico Tallini (Forza Italia) che a proposito della Campanella ritengono che il problema abbia «radici profonde». «Le precedenti amministrazioni – sostengono – anche quella del passato più prossimo, non sono affatto esenti da responsabilità». Secondo i consiglieri però, «la maggioranza che sorregge l’attuale esecutivo regionale abbia operato senza coraggio e con un sottile velo di ambiguità. Pochi giorni addietro il Consiglio ha approvato una mozione che sostanzialmente impegnava l’amministrazione regionale ad ogni azione utile a salvaguardare Fondazione e Polo». Da qui alcuni interrogativi che sollevano i consiglieri regionali: «Cosa rimane di quella mozione? Cosa è stato fatto per dare concretezza a tale decisione? Cosa s’intende fare?». Per i tre esponenti politici , «man mano che passano i giorni, le possibilità di salvaguardare un presidio sanitario così importante si affievoliscono». Questo, secondo i consiglieri d’opposizione, sta generando un duplice risultato: «da una parte l’incoerenza di un agire amministrativo che ha dichiarato di volere attuare una strategia tesa alla tutela e al rilancio della Fondazione e dei sevizi da essa gestiti. Intenti, però, rimasti senza sbocco concreto. Dall’altro – aggiungono – il fatto che tale fallimento, sostanzialmente, sia il primo vero “risultato” ottenuto dalla compagine di Oliverio». Secondo i tre esponenti politici, invece, la giunta dovrebbe «sollecitare il commissario liquidatore al differimento del licenziamento dei dipendenti della Fondazione di 30 giorni. Tale circostanza permetterebbe ai lavoratori di fruire pienamente degli ammortizzatori sociali». Senza contare che, affermano, «su iniziativa dei senatori Ncd calabresi, Aiello, D’Ascola e Gentile sono in arrivo nelle casse regionali 40 milioni di fiscalità. Importi che verrebbero accreditati sul bilancio regionale – sottolineano – e pertanto non sottoposti ai vincoli del piano di rientro. Da tale somma si potrebbero attingere i 29 milioni da stanziare alla Fondazione e necessari al prosieguo della sua attività. Circostanza che – concludono gli esponenti dell’opposizione – permetterebbe di superare ogni già prospettata criticità giuridica e operativa».

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