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La Cgil "attacca" Scura sulle nomine e sul riordino della rete ospedaliera

CATANZARO «L’intento con cui la Cgil Catanzaro si approccia al problema della sanità calabrese, e in particolare nella provincia di Catanzaro, ha da sempre una volontà costruttiva e di confronto, a…

Pubblicato il: 29/04/2015 – 16:38
La Cgil "attacca" Scura sulle nomine e sul riordino della rete ospedaliera

CATANZARO «L’intento con cui la Cgil Catanzaro si approccia al problema della sanità calabrese, e in particolare nella provincia di Catanzaro, ha da sempre una volontà costruttiva e di confronto, atteso che ci sentiamo di poter affermare che dovremmo essere dalla stessa sua parte per difendere il diritto alla salute dei calabresi anche attraverso l’ottimizzazione e la messa a regime del sistema sanitario regionale». Così il sindacato, che in una missiva si è rivolto al commissario straordinario alla Sanità Massimo Scura. «In funzione di ciò – proseguono – vogliamo riproporre alla sua attenzione alcune riflessioni. Intanto, il decreto di riordino della rete ospedaliera: siamo certi di potere affermare che tale decreto è assolutamente incomprensibile nei criteri che lo hanno mosso e nelle finalità che intende perseguire. Difatti lo stesso è discutibile sia rispetto a quanto annunciato nelle ultime linee guida per il riordino delle reti ospedaliere nazionali, varato dalla conferenza permanente stato-regioni, sia rispetto a quanto decretato inizialmente dalla stessa Regione».
«Possiamo affermare che in quel decreto – proseguono gli interessati – regni il caos più totale. Difatti si finiscono di distruggere alcuni ospedali periferici che tanto hanno dato anche in termini di filtro adeguato alla sanità regionale, per poi riproporre uno status quo al quadrato in altre strutture. Solo a titolo di esempio, il Policlinico universitario si vedrebbe assegnato 42 strutture complesse, la gran parte delle quali senza posti letto, quindi palesemente fuori dai dettami della legge, con un livello “Dea II” senza pronto soccorso ed in assenza di una convenzione regionale che regoli i ruoli diversi esistenti nello stesso garantendo adeguati percorsi professionali sia al quadro universitario che a quello ospedaliero puro. Ricordiamo che la convenzione è scaduta nel 2008, ed era solo sperimentale. Ci domandiamo – è quanto si chiedono, ancora, dal sindacato – come un documento sperimentale possa ancora dispensare effetti».
«Come potrà, commissario Scura, accettare e ratificare l’eventuale nomina a commissario di questa azienda di qualcuno che ha già “governato” la stessa con risultati che sono ancora sotto gli occhi di tutti? Assistiamo al festival dei doppioni: strutture complesse duplicate a iosa in una sorta di imprevedibile festival dell’abbondanza, in un ambito dove ancora, nonostante una legge regionale del 2007, non esiste di fatto la supposta Asp provinciale. Nel mentre, si procede in modo devastante in molti altri territori chiudendo anche i laboratori di base con il chiaro intento, in assenza di un riordino riguardante anche il privato accreditato, di favorire quest’ultimo. Aggiungiamo poi le autorizzazioni ad assumere rilasciate ad alcuni Hub sono in aperta violazione di quanto decretato in precedenza laddove si diceva chiaramente che le stesse potevano essere rilasciate solo dopo che, il commissario straordinario aziendale, avesse formalmente proceduto e quindi dichiarato di aver provveduto al riassetto aziendale con redistribuzione del personale esistente».
“Tutto ciò – concludono dalla Cgil – fa balzare agli occhi come piuttosto che un reale riordino pare assistere al solito e tanto conosciuto caos calabrese dove la sanità non pone mai al centro il cittadino e i suoi bisogni, ma inconfessabili “priorità” che, tra l’altro, vogliono salvaguardare posizioni di rendita il più delle volte immeritate. Come vede sono tanti i problemi sul tappeto, ed è per questo che le un incontro al fine di chiarire tecnicamente alcuni aspetti e poter concorrere al miglioramento reale della nostra sanità secondo una logica incontrovertibile: i primi potenziali fruitori di questo servizio siamo noi stessi». 

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