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Strage di Duisburg, il pg chiede la conferma delle pene

REGGIO CALABRIA Assoluzione per Giovanni Marrapodi e conferme di tutte le condanne rimediate dagli altri imputati. Sono queste le richieste del sostituto procuratore di Reggio, Giuseppe Adornato, al…

Pubblicato il: 30/04/2015 – 16:20
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Strage di Duisburg, il pg chiede la conferma delle pene

REGGIO CALABRIA Assoluzione per Giovanni Marrapodi e conferme di tutte le condanne rimediate dagli altri imputati. Sono queste le richieste del sostituto procuratore di Reggio, Giuseppe Adornato, al termine della sua requisitoria al nuovo processo d’Appello “Fehida”, tornato a Reggio dopo la sentenza emessa lo scorso aprile dalla Suprema Corte. Alla sbarra ci sono quelli che i magistrati considerano uomini delle cosche di San Luca, dalla cui feroce rivalità è nata la faida sfociata poi nella strage di Duisburg.
Accusati a vario titolo di associazione mafiosa e altri reati, in primo grado avevano rimediato condanne variabili da otto a un anno e quattro mesi di cui oggi il pg Adornato ha chiesto la conferma. Ad otto anni erano stati condannati Emanuele Biviera, Giuseppe Biviera, Vincenzo Biviera e Domenico Pelle, Giuseppe Pipicella e Giuseppe Pugliesi, mentre a 4 anni era stato condannato Giuseppe Pipicella e ad un anno e quattro mesi Antonia Pelle.

Terza tranche investigativa del filone “Fehida”, il procedimento ha fatto luce sulla sanguinosa faida fra le famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, culminata nella strage di Duisburg. A cadere sotto i colpi dei killer erano stati Tommaso Venturi, Francesco Giorgi, Francesco Pergola, Marco Pergola, Marco Marmo, Sebastiano Strangio. Tutti quanti – scopriranno gli inquirenti nel giro di poco – gravitavano nell’orbita del clan Pelle-Vottari, in lotta da oltre quindici anni con il clan Nirta-Strangio che con quella strage aveva voluto “punire” l’omicidio di Maria Strangio, moglie di Gianluca Nirta e cugina di Giovanni, uccisa per sbaglio, al posto del marito, in un agguato nel giorno di Natale 2006 in cui rimase ferito anche un bambino di cinque anni. In precedenza, il 4 gennaio del 2007, per lavare nel sangue l’omicidio della donna, era stato ucciso Bruno Pizzata, cognato di Giuseppe Vottari, freddato da numerosi colpi di arma da fuoco mentre era alla guida della sua automobile. Tutte pagine sanguinose della faida di San Luca, consumatasi per anni fra i Nirta – Strangio e i Pelle – Vottari, fra cui l’indagine Fehida è riuscita a mettere ordine.


a. c.

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