Un altro "schiaffo" per Mario
Chissà se hanno provveduto a informare Franco Iacucci perché dica a Gaetano Pignanelli di informare Mario Oliverio, e questa volta estendere l’informazione anche a Nicola Adamo, che ormai ne è l’uomo…

Chissà se hanno provveduto a informare Franco Iacucci perché dica a Gaetano Pignanelli di informare Mario Oliverio, e questa volta estendere l’informazione anche a Nicola Adamo, che ormai ne è l’uomo ombra avendolo accompagnato anche all’inaugurazione di Expo 2015, che i viaggiatori del Freccia Argento di giovedì sera che collega Roma a Reggio Calabria, mentre erano nella carrozza ristorante hanno assistito a un duro “confronto” tra Pino Soriero, Ernesto Magorno e Nicodemo Oliverio, nonché alla lunga telefonata che questi hanno fatto a Mario Oliverio, ritenendolo responsabile della ennesima mortificazione inflitta alla Calabria.
Riferiscono che Pino Soriero volesse, come si dice a San Giovanni in Fiore, “erba per cento cavalli”, lamentando il mancato rispetto dell’impegno di nominarlo commissario dell’autorità portuale di Gioia Tauro. Per la verità, Soriero ha rimproverato in blocco tutto il Pd calabrese, sostenendo che il ministro Delrio ha evidentemente ritenuto che Magorno e la deputazione calabrese potessero essere presi a schiaffi ancora una volta, nominando un commissario fuori dalla terna proposta e quindi una persona non calabrese.
Nella terna, ridotta poi a un ambo, i calabresi erano in effetti due: Franco Cosentino, ex direttore dell’Area di sviluppo industriale di Gioia Tauro, e lo stesso Soriero che, in passato e da sottosegretario ai Trasporti, proprio di quel porto si è occupato su delega del governo. Invece, Graziano Delrio ha nominato un ufficiale della marina militare, attualmente capo della Capitaneria di porto di Gioia Tauro. Il che, secondo molti, infligge una ennesima mortificazione alla politica calabrese, posto che come militare il nuovo commissario è in catena di comando sottoposto più al suo Stato maggiore che non al governo e al ministro. Dicono anche che Delrio era disposto a nominare Franco Cosentino, ma il fatto che Oliverio insistesse per Soriero alla fine ha portato alla bocciatura di entrambi.
Sta di fatto che Pino Soriero, nel corso dell’accesa disputa ferroviaria, ne ha dette di tutti i colori sia a Magorno che a Nicodemo Oliverio e quando questi hanno chiamato al telefono il governatore, appena giunto a Milano con Nicola Adamo e delegazione varia, Soriero ha alzato ancora di più la voce, posto che appena poche sere prima in quel di Zagarise il governatore aveva dato per certa la sua nomina a commissario dell’Autorità portuale di Gioia Tauro. In più, Soriero ha avuto partita facile nel rinfacciare a Oliverio e Magorno l’essersi sobbarcato anche il compito di commissario del Pd lametino: «Mi avete spedito al massacro in vista delle comunali di Lamezia, ho fatto miracoli e questo è il vostro ringraziamento». Insomma, l’ennesimo “stai sereno, Pino”, dell’era renzian-oliveriana…
Invece Delrio ha fatto scelta ben diversa e i maligni insinuano che proprio le spinte di Mario Oliverio in favore della nomina di Soriero avrebbero convinto il ministro a scegliere un nome diverso. Insomma, anche in questa occasione la Calabria esce mortificata dalle scelte del governo e Soriero ne chiede conto, posto che a Magorno e a Oliverio avrebbe fatto notare come la Serracchiani da governatrice del Friuli ha invece imposto un suo uomo a commissario del porto di Trieste. Analogamente aveva fatto a Palermo il ministro Alfano e a Genova l’uscente governatore Burlando. È vero che anche a Napoli è stato scelto un miltare come commissario di quell’Autorità portuale, ma lì lo si è motivato con il fatto che siamo a un mese dal voto e si è deciso di attendere il nuovo governatore prima di concordare il nome da portare avanti.
Insomma, solo in Calabria si resta terra di conquista, salvo poi assistere ai repentini arretramenti del governatore che prima minaccia sfaceli e poi si adegua alle scelte romane senza batter ciglio. È andata così anche per la nomina di Massimo Scura a commissario per la Sanità: Oliverio iniziò attaccando a testa bassa, oggi ne parla come di una persona amica con la quale ha un ottimo rapporto.
Fin qui potrebbe comunque liquidarsi la cosa come una “normale” disputa politica, il punto però è che dietro la trombatura delle candidature calabresi e la scelta di un militare si teme ci sia il progetto di ridimensionare il ruolo di Gioia Tauro. Si parla, infatti, di un “Piano della logistica” che mortifica Gioia Tauro a vantaggio di Genova e Trieste.
Altri, al contrario, sostengono invece che proprio la decisione di mettere un uomo fuori dai giochi politici e dal controllo dei “calabresi” testimonierebbe l’intenzione del ministro di rompere ogni incrostazione locale per passare a una linea operativa immune da rischi e condizionamenti.
Resta il fatto che, con buona pace di chi vorrebbe mettere la mordacchia all’informazione, le grane esplodono quotidianamente nella loro reale portata e il buon Iacucci dovrà continuare a infornare Pignanelli perchè lo spieghi a Mario Oliverio.