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Ospedali di montagna, i comitati: «Atti concreti o sarà mobilitazione»

Dopo un incontro tenutosi a Falerna tra i referenti di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli, il Comitato ospedali di montagna calabresi (Comocal) lancia un messaggio chia…

Pubblicato il: 15/05/2015 – 16:02
Ospedali di montagna, i comitati: «Atti concreti o sarà mobilitazione»

Dopo un incontro tenutosi a Falerna tra i referenti di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli, il Comitato ospedali di montagna calabresi (Comocal) lancia un messaggio chiaro al presidente della Regione Mario Oliverio e al commissario alla Sanità Massimo Scura. I recenti incontri istituzionali con i sindaci dei territori montani, secondo il Comocal, hanno prodotto «l’ennesima discussione con proposte per certi versi già note, che rischiano di restare nel limbo degli annunci e di non produrre dinamiche di vero cambiamento». Il Comitato ospedali di montagna si dice invece «convinto del fatto che la sopravvivenza di queste strutture sia legata a una caratterizzazione degli ospedali montani nella forma di ospedali generali, con le attività chirurgiche che li denotano, con servizi diagnostici propri, quali le unità operative di base (chirurgia, medicina, ostetricia e ginecologia, così come indicato dalla legge 502/1992 che nelle linee guida nazionali riconosce particolari tutele agli ospedali di zona montana), oltreché gli altri servizi essenziali per garantire il rispetto dei livelli minimi di assistenza: cardiologia, radiologia, dialisi, laboratorio analisi, fisioterapia, farmacia e pediatria». E ci sarebbero anche gli strumenti per evitare che il decreto di Scura sulla riorganizzazione della rete ospedaliera possa dare origine a «scellerate» soppressioni. «Il provvedimento – si legge nella nota del Comocal – potrebbe essere impugnato dallo stesso presidente della giunta regionale, ma qui i tempi rischierebbero di dilungarsi oltremodo; mentre una presa d’atto dello stesso commissario con la rimodulazione del decreto (operazione che richiede, di fatto, non più di un giorno di lavoro) potrebbe delineare un’azione compensativa capace di riconoscere alle strutture montane quei prerequisiti sollevati pubblicamente dagli stessi Scura ed Oliverio, mettendo tutto nero su bianco e superando il criterio dei meri annunci che producono solo castelli di sabbia e fumo negli occhi ai cittadini, così come già fatto dai predecessori». Il Comocal, pertanto, invita il commissario a «dare azione immediata ai poteri che gli sono propri, apportando le correzioni oramai necessarie al provvedimento e chiudendo definitivamente questa spinosa vicenda». Il Comitato, infine, chiede di poter incontrare Scura e Oliverio per consegnare loro una propria proposta sulla riorganizzazione degli ospedali di montagna: «I tempi – conclude la nota – stringono. Da questo deriverà il futuro prossimo dei nostri territori e, a tal proposito, il Comocal continuerà a porre in essere, fino a che non arriveranno risposte concrete, ulteriori forme di protesta dura, chiamando i cittadini a scendere ancora in piazza».

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