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Carceri, Nicolò: «Agevolare l'integrazione dei detenuti»

REGGIO CALABRIA «L’approvazione all’unanimità della proposta di legge a favore del reinserimento dei detenuti, rappresenta un passaggio di natura socio-culturale che dà pieno rilievo al principio di…

Pubblicato il: 23/05/2015 – 9:58
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Carceri, Nicolò: «Agevolare l'integrazione dei detenuti»

REGGIO CALABRIA «L’approvazione all’unanimità della proposta di legge a favore del reinserimento dei detenuti, rappresenta un passaggio di natura socio-culturale che dà pieno rilievo al principio di rieducazione della pena cui ogni condanna deve tendere in un Paese che possa dirsi veramente democratico». È quanto afferma il capogruppo di Forza Italia Alessandro Nicolò, firmatario di una proposta di legge che ieri ha avuto il via libera in terza commissione consiliare, e che prevede interventi regionali a favore di detenuti e internati finalizzati al loro reinserimento nel contesto sociale e lavorativo.
«Istruzione, formazione culturale e professionale e lavoro, sono i tasselli fondanti di questo percorso – aggiunge – che se da una parte deve, nel rispetto della legge, riportare l’individuo alle sue responsabilità, dall’altra non può abbandonarlo a se stesso, al silenzio e all’isolamento delle carceri italiane che vivono una situazione di collasso e di emergenza che impone il decongestionamento degli istituti di pena quale priorità da conseguire. La civiltà di un popolo si misura anche dalla vivibilità delle carceri e dalla capacità di recuperare il reo integrandolo nella società e creando quelle condizioni di recupero culturale, fisico e psichico senza le quali non può immaginarsi un cammino di detenzione effettivo. E ciò promuovendo corsi di formazione professionali e altre iniziative per l’avvio di attività di lavoro autonomo e imprenditoriale. Infatti, il carattere precipuo della legge è dato dal momento formativo come inizio del percorso di reinserimento socio-lavorativo».
«La formazione professionale – prosegue Nicolò – è considerata in stretto rapporto con l’attività lavorativa in quanto entrambe parte integrante del trattamento penitenziario volto alla riabilitazione del detenuto in vista di una politica efficace di reinserimento dopo l’esperienza carceraria. In questo modo – conclude Nicolò – si raggiungono due obiettivi: ridurre il disagio sociale e accrescerne la sicurezza. Ammodernizzare e riqualificare il sistema carceri in Italia che rispetto alle 40mila persone che ne può contenere, si presenta in forte esubero e in condizioni di invivibilità, fa tutt’uno con la necessità di disegnare un percorso di detenzione alternativo a quello tradizionale, dove a trionfare non sia più – conclude – l’immagine vendicativa dello Stato».

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