Finisce l'incubo per padre Fedele
CATANZARO Non ha atteso il verdetto nelle aule di giustizia ma nella sua Cosenza. Padre Fedele Bisceglia non contiene la gioia appena dopo avere appreso la notizia della sua assoluzione nel proc…

CATANZARO Non ha atteso il verdetto nelle aule di giustizia ma nella sua Cosenza. Padre Fedele Bisceglia non contiene la gioia appena dopo avere appreso la notizia della sua assoluzione nel processo di appello bis, che si è svolto a Catanzaro. Finisce con una lapidaria frase «assolto perché il fatto non sussiste», la lunga vicenda processuale che ha travolto l’ex frate ultrà accusato di violenza sessuale ai danni di una suora che prestava servizio nell’Oasi francescana, la struttura d’accoglienza fondata da Padre Fedele. Condannato, invece, per un solo capo di imputazione il suo ex segretario Antonio Gaudio che dovrà scontare tre anni e quattro mesi di reclusione.
Il primo a sentire il religioso, dopo l’esito della Corte, è stato il suo legale, l’avvocato Eugenio Bisceglia che lo ha difeso in tutti i gradi di giustizia assieme all’avvocato Franz Caruso. «Lui è contento – ha detto Bisceglia -. Noi molto soddisfatti perché è stata ripristinata la verità e la giustizia. Ed è la giusta gratificazione dopo dieci anni di lavoro. Grazie a una Corte che applica le regole. Non poteva essere diversamente non essendoci mai stata una prova contro padre Fedele».
Nel corso della precedente udienza, il sostituto procuratore generale Raffaella Sforza ha chiesto per lui una pena a nove anni e due mesi di reclusione e sei anni e due mesi per Antonio Gaudio, suo ex segretario ai tempi in cui il religioso – sospeso a divinis nel 2008 – dirigeva l’Oasi francescana. Fu in quel periodo, nel 2005, secondo quanto denunciato dalla suora, che sarebbe stata oggetto di più episodi di violenza e non solo da parte del frate e di Gaudio ma anche di due romeni ospiti del centro che l’avrebbero attirata fuori con una scusa portandola in aperta campagna a Donnici e abusando di lei.
In seguito a questi episodi vennero aperti due diversi procedimenti giudiziari il secondo dei quali, per i due romeni, si è concluso in primo grado a maggio 2014 con l’assoluzione degli imputati a causa delle incongruenze emerse dal racconto della suora. Padre Fedele e Gaudio, invece, vennero condannati in primo grado rispettivamente a nove anni e tre mesi e sei anni e tre mesi. Sentenza confermata in appello a dicembre del 2012. In seguito al ricorso dei legali in Cassazione, nell’agosto 2014 la sentenza venne annullata e il processo rinviato alla Corte d’appello. Il procuratore Sforza ha ritenuto di ribadire la condanna per il frate di Cosenza, condonando di un mese la pena per sopravvenuta prescrizione di alcuni capi di imputazione. Ma oggi, poco dopo le 14, la Corte ha assolto padre Fedele da tutti i capi di imputazione, condannando Gaudio solo per un capo di imputazione.
«SPERO DI TORNARE A DIRE MESSA» «Sono davanti alla Madonna della Catena di Laurignano e sto pregando». Ha la voce sommessa ed è ancora frastornato padre Fedele Bisceglia, dopo aver appreso la notizia della sua assoluzione. «Sto ringraziando – dice emozionato – la Madonna, Gesù Cristo e gli avvocati. Perdono tutti quanti e spero che si convertano. Mi dispiace per Gaudio e mi auguro chiarisca presto la sua posizione. Spero che si converta la suora e chi l’ha convinta. Ora sono ubriaco di gioia, ma non so che cosa farò. Speriamo che presto io possa tornare a dire messa».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it