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Salta (di nuovo) l'assemblea del Pd

LAMEZIA TERME Neanche questa volta è buona la prima per il Pd calabrese. L’assemblea regionale, more solito, (è la sesta volta che capita in diciotto mesi di segreteria Magorno), convocata per lune…

Pubblicato il: 17/07/2015 – 16:09
Salta (di nuovo) l'assemblea del Pd

LAMEZIA TERME Neanche questa volta è buona la prima per il Pd calabrese. L’assemblea regionale, more solito, (è la sesta volta che capita in diciotto mesi di segreteria Magorno), convocata per lunedì 20 luglio a Lamezia Terme è stata rinviata a giovedì 23 per «improrogabili» impegni del vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini. Dietro la decisione di rimandare l’atteso appuntamento c’è la necessità di chiudere il cerchio sul rinnovo della presidenza delle commissioni parlamentari, sul completamento del rimpasto di governo e sul riassetto dell’organigramma del partito. Dopo il trasferimento di Delrio alla guida del dicastero delle Infrastrutture e quello di De Vincenti a Palazzo Chigi in qualità di sottosegretario, adesso le attenzioni sono concentrate sul ministero per gli Affari regionali. La casella occupata fino a poco tempo addietro da Maria Carmela Lanzetta dovrebbe andare a un esponente del Nuovo centrodestra. Angelino Alfano è al lavoro per favorire la promozione di Dorina Bianchi ma deve scontrarsi con le ambizioni di un altro parlamentare calabrese del suo partito: Tonino Gentile. L’ex sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi è intenzionato a fare la voce grossa, forte dei numeri traballanti al Senato per la maggioranza e del consenso di un drappello di rappresentanti a Palazzo Madama, pronti a seguirlo nel braccio di ferro con il titolare del Viminale.
Sono giorni agitati, insomma. Ed è per questo che Matteo Renzi ha già precettato lo stato maggiore del suo partito – compreso, appunto, Guerini – per l’inizio della prossima settimana. Al Nazareno hanno altre priorità, in questo momento. E a Magorno non è rimasto altro che prendere atto della situazione e adeguarsi. Gli sms con la nuova convocazione di assemblea e direzione regionale del partito sono partiti in queste ore. Stessa location – l’Agrolimentare di Lamezia Terme – ma appuntamento posticipato di 72 ore.
Lo slittamento in avanti del timing potrebbe essere determinante per superare una serie di fibrillazioni che animano questa vigilia in casa dem. La nuova giunta regionale varata da Mario Oliverio ha lasciato strascichi non indifferenti. Paradossalmente è proprio la sua area politica quella più lacerata. È ormai storia nota la rottura tra il governatore e Carlo Guccione, dopo la mancata riconferma di quest’ultimo nel nuovo esecutivo. E rapporti abbastanza freddi vengono segnalati anche tra lo stesso Oliverio e Nicola Adamo, che pur non sostenendo Guccione non avrebbe molto gradito lo smarcarsi del governatore, dopo il ciclone “Rimborsopoli”, da quegli esponenti che più di tutti si sono battuti per la sua scalata a Palazzo Alemanni. Insomma, si torna in assemblea in un clima da saloon: fedeli custodi dell’ortodossia oliveriana contro strenui sostenitori del credo guccioniano. A Lamezia, venerdì, l’ex assessore regionale si è presentato con i suoi alla riunione della corrente dei Giovani turchi di Orlando e Orfini. Un modo, questo, per ribadire una differenziazione ancora più marcata con il governatore.
Quanto all’universo renziano, le attenzioni sono tutte concentrate sull’elezione del successore di Tonino Scalzo. Tra i seguaci del segretario-premier c’è la convinzione di poter trovare la soluzione senza troppi affanni, magari con il supporto del duo Lotti-Guerini. «È stato così all’inizio della legislatura – ragiona uno degli esponenti di punta della maggioranza del partito -, non vedo perché dovrebbe essere diversamente in questa fase». I nomi più gettonati sono quelli di Mimmo Battaglia e Nicola Irto. Più indietro Arturo Bova. Per l’elezione nei primi due scrutini serve il consenso dei due terzi dell’assemblea ovvero sono necessari i voti dei tre esponenti del Nuovo centrodestra (tentati, in questo momento, anche dall’offerta di Forza Italia di votare contro la presa d’atto delle dimissioni di Scalzo). In Calabria, dopo una prima fase di dialogo, i rapporti tra i centristi e Oliverio segnalano burrasca. Ma dalla Capitale potrebbero arrivare gli argomenti giusti per riprendere i fili di un discorso interrotto dopo soli sei mesi. Messa in questo modo si capisce perché rimpasto di governo ed elezione del nuovo presidente del consiglio regionale sono così legate l’uno all’altra.

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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