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RIMBORSOPOLI | Fedele resta ai domiciliari

REGGIO CALABRIA Niente da fare per l’ex assessore ai trasporti Luigi Fedele e lo storico collaboratore del senatore Bilardi, Carmelo Trapani. Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi present…

Pubblicato il: 20/07/2015 – 12:39
RIMBORSOPOLI | Fedele resta ai domiciliari

REGGIO CALABRIA Niente da fare per l’ex assessore ai trasporti Luigi Fedele e lo storico collaboratore del senatore Bilardi, Carmelo Trapani. Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati dai due, entrambi colpiti da misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta Rimborsopoli. E se Trapani continuerà a dover rimanere lontano dalla Calabria, per l’ex assessore si confermano invece gli arresti domiciliari.

 

NON PASSANO LE RAGIONI DELLA DIFESA DI TRAPANI Assistito dall’avvocato Luigi Tuccio, Trapani aveva contestato nel merito l’accusa di peculato per la quale è indagato, sostenendo la mancanza dei presupposti di base per la configurabilità. «Trapani era un semplice autista, non era quindi né un pubblico ufficiale né aveva disponibilità di somme», ha sostenuto il suo difensore senza però convincere il collegio, che ha dato visto buono ad accuse e misura cautelare. Per i magistrati infatti, Trapani avrebbe utilizzato i fondi della “Lista Scopelliti presidente” per svariati acquisti non riconducibili ad attività istituzionali, tra cui un notebook Asus, prodotti di salumeria e un set di gomme per un’Audi. Spese ingiustificate che, secondo la Procura, arriverebbero a 86mila euro.

 

NIENTE SCARCERAZIONE PER FEDELE Più articolata la difesa dell’ex assessore, i cui legali avevano contestato la misura degli arresti domiciliari disposta per il politico nell’ambito del procedimento Rimborsopoli tanto nel merito, come dal punto di vista dell’attualità delle esigenze cautelari. Come già in sede di interrogatorio di garanzia, i legali – il penalista Francesco Albanese e l’amministrativista Saraldo Infantino – avevano insistito sulla natura istituzionale delle spese sostenute da Fedele, producendo anche diverse sentenze della Corte di Cassazione, secondo cui è l’organismo regionale preposto alla vigilanza sulle spese rendicontate a dover rispondere di eventuali storture. Una linea difensiva pericolosa per un altro membro della famiglia Fedele, l’avvocato Giovanni, in qualità di dirigente dell’ufficio di Presidenza chiamat negli anni a dare luce verde per il rimborso delle spese rendicontate dal fratello, incluse quelle sostenute nel ristorante del figlio dell’assessore. Argomentazioni bocciate dal Tribunale, che ha invece considerato fondate le contestazioni che la Procura ha mosso a Fedele, cui si contestano quasi 400mila euro di spese incongruenti, che includono non solo cene e pranzi organizzati presso il ristorante del figlio, ma anche una serie di viaggi all’estero – da New York a Londra, da Vienna a Venezia, da Montecarlo a Berlino – pagati dal gruppo consiliare anche ad Antonia Pinneri, definita dal politico «collaboratrice storica del gruppo», nonostante un’informativa riservata – per ragioni di privacy inaccessibile anche agli altri indagati – dimostri la diversa natura del rapporto dei due con conversazioni «inequivocabili».

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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