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Multiservizi Lamezia, «un quadro molto amaro»

LAMEZIA TERME «I dottori Costanzo e Tavella, rappresentanti del Comune di Lamezia Terme all’interno della Lamezia Multiservizi, hanno redatto una relazione semestrale del loro operato, nella quale si…

Pubblicato il: 19/02/2016 – 17:58
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Multiservizi Lamezia, «un quadro molto amaro»

LAMEZIA TERME «I dottori Costanzo e Tavella, rappresentanti del Comune di Lamezia Terme all’interno della Lamezia Multiservizi, hanno redatto una relazione semestrale del loro operato, nella quale si delinea un quadro della società esaustivo ma al contempo molto amaro». Lo annuncia il consigliere Luigi Muraca, capogruppo di Lamezia Unita. I problemi, secondi Muraca, risalgono indietro nel tempo. Già al 2006, quando Sviluppo Italia stava per uscire dalla Multiservizi. «A mio avviso – scrive Muraca – era fondamentale mantenere l’apporto di altro socio tecnico, da individuare con procedura ad evidenza pubblica, e paventai il pericolo che “l’efficienza si appanna considerevolmente ed il riconoscimento dei meriti scema decisamente”». «Aggiunsi che la protezione dello status di società in house era solo un apparente vantaggio nell’affidamento diretto dei servizi ma c’era il rischio che la Multiservizi, uscendo dal mercato, sul quale aveva un grosso potenziale di competenze da spendere, “si ritirasse dall’alveo dell’economia, lasciando disperdere piccoli detriti di identità aziendale e competenza” ed ancora che la redditività, con l’uscita di un socio di elevato standing come Sviluppo Italia, potesse essere compromessa». «Se gli amministratori della Multiservizi ed il socio Comune di Lamezia Terme avessero compiuto la scelta di “sostituire” Sviluppo Italia con un socio di pari rango avrebbero potuto determinare nuovi scenari a favore della società, aprendosi al mercato», scrive Muraca nella sua nota.



GLI AFFIDAMENTI DIRETTI «Peraltro, secondo una pronuncia del Consiglio di Stato (7368 del 13/12/2006 ), ove la partecipazione di un socio di minoranza avesse avuto un contenuto finanziario e non gestionale, non sarebbe venuta meno neanche l’opportunità degli affidamenti diretti da parte del Comune di Lamezia Terme. Sembra invece che questo sia stato l’elemento di maggiore preoccupazione – scrive Muraca – degli amministratori di allora e naturalmente del socio Comune, quando invece sembrava preferibile, per il raggiungimento di finalità pubbliche, procedere all’individuazione di un partner strategico, ossia di un soggetto imprenditoriale dotato di idonea capacità economico-finanziaria e di specifiche competenze tecniche, il quale assumesse la titolarità della partecipazione minoritaria, al fine di perseguire un più efficace sviluppo delle attività di interesse pubblico». 



LA NECESSITÀ DI UN PARTNER IMPORTANTE «La facoltà di cedere le quote minoritarie – conclude Muraca – in precedenza appannaggio di Sviluppo Italia, in un quadro di generale difficoltà finanziarie degli enti, avrebbe dato maggiore slancio alla Multiservizi, la quale ha professionalità qualificate al suo interno e peculiarità uniche in Calabria, ed avrebbe potuto avere l’ambizione di occupare ampi spazi di mercato, anche negli enti locali calabresi. Mi sembrava un percorso di valorizzazione della società adeguato, non solo per la possibilità di ricorrere al libero mercato ma uno strumento rilevante per alleggerire la posizione contabile dell’ente, recuperando risorse dalla cessione delle quote. Bisogna ammettere, senza alcun intento polemico, che forse ci si è adagiati sul fatturato proveniente dalla gestione dei rifiuti, mentre sarebbe stato utile invece diversificare le attività (per sua natura la Multiservizi poteva davvero essere poliedrica), anche vincendo le gare in ambito regionale ed avendo una verifica costante di produttività. Purtroppo, gli esperti del settore, in un recente studio condotto dal “Sole 24 ore”, evidenziano che le società in house che hanno partners di elevate capacità tecniche e finanziarie, stanno meglio finanziariamente ed hanno avuto nel corso degli anni migliori risultati gestionali. Questo ci porta ad interrogarci sull’ipotesi di parziale privatizzazione lasciata sfumare che, in quel momento, poteva essere un’opzione da valutare meglio, anche in considerazione delle condizioni attuali della Multiservizi che, secondo la disamina di Costanzo e Tavella, non inducono certo all’ottimismo».

ale. tru.

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