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Cutro, incendio nel villaggio turistico

CUTRO La stagione estiva 2016, per il villaggio turistico Porto Kaleo, di Cutro, è alle porte ma un marchio di fuoco ha già colpito la struttura dell’imprenditore Giovanni Notarianni. Per oltre…

Pubblicato il: 01/04/2016 – 14:10
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Cutro, incendio nel villaggio turistico

CUTRO La stagione estiva 2016, per il villaggio turistico Porto Kaleo, di Cutro, è alle porte ma un marchio di fuoco ha già colpito la struttura dell’imprenditore Giovanni Notarianni. Per oltre tre ore la costruzione in legno del bar sulla spiaggia è stata lambita dalle fiamme che, lentamente, l’hanno divorata. Le cause dell’incendio sono ancora in corso di accertamento. Ma questa non è la prima volta che il villaggio in provincia di Crotone saluta l’estate con qualche ferita più o meno grave.
Questa volta a farne le spese è stato il bar, un’edificio di 250 mq il cui danno è stato calcolato in circa 200mila euro. Il bar era già stato preso di mira anche in passato. Nel 2003, invece, era stato distrutto il ristorante sulla spiaggia. E nel 2005 l’intero albergo era stato divorato dalle fiamme, registrando una perdita di un milione e 100mila euro.
L’imprenditore Giovanni Notarianni e il suo villaggio non sono nomi nuovi alle vicende giudiziarie. Nel 2013 il 54enne boss di Cutro, Nicolino Grande Aracri e altre cinque persone finirono in manette con l’accusa di estorsione aggravata dalle modalità mafiose perché, secondo gli inquirenti, avrebbero preteso, con minacce, dai proprietari del villaggio turistico, un milione e mezzo di euro. Il processo si è concluso in primo grado, con rito abbreviato, con la derubricazione del reato da tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso a minacce aggravate dal metodo mafioso e la condanna a un anno e sei mesi per Nicolino Grande Aracri. Giorno 13 aprile è prevista l’udienza d’appello in cui l’associazione antimafia Libera sarà parte civile.
Anche nell’ultima relazione della Direzione nazionale antimafia viene citato Porto Kaleo nei capitoli dedicati alle ‘ndrine del crotonese. Il villaggio viene annoverato, insieme ad altre strutture come Capopiccolo, Praialonga o la Baia degli Dei, come oggetto di “sistematiche estorsioni e/o infiltrazioni, in qualche caso tentate, ai danni dei villaggi turistici del litorale ionico la cui gestione era frutto di preventivi accordi tra i maggiori esponenti della ‘ndrangheta locale, che consideravano le strutture turistiche una personale ed inesauribile fonte di guadagno”.
Cosa si celi dietro a questi incendi non è ancora dato sapere. E’ l’ennesimo marchio a fuoco di un territorio che stenta a crescere.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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