L'utopia (serissima) del "Guru"
COSENZA La conferenza stampa del “Guru”, Vincenzo Iaconianni, candidato sindaco di Cosenza, è cominciata puntuale contro ogni previsione legata alle consuetudini meridiane. La lista Hettaruzzo Hebdo…

COSENZA La conferenza stampa del “Guru”, Vincenzo Iaconianni, candidato sindaco di Cosenza, è cominciata puntuale contro ogni previsione legata alle consuetudini meridiane. La lista Hettaruzzo Hebdo ha presentato la propria idea della città, il cui senso è quello della partecipazione dal basso. La realizzazione di questa città capace di includere passa attraverso la restituzione di senso ai quartieri, chiamati a dare vita a comitati in grado di fornire indicazioni cruciali al consiglio comunale. «La nascita dei comitati di quartiere garantirebbe alla massima assemblea cittadina di restare saldamente ancorata alla realtà del territorio», ha spiegato Iaconianni, che per quanto riguarda l’ipotesi dell’area urbana, ne vede i confini ben disegnati da ambiti economici e non soltanto puramente urbanistici. Questo vuol dire che per area urbana si dovrebbe intendere un territorio più ampio, connesso da comuni interessi economici e di sviluppo. E poiché immaginare una città nuova non vuol dire per nulla pensare a costruirne un’altra, ecco l’idea del “cemento zero”, che punta al recupero e alla valorizzazione autentica dell’esistente, cioè di quel patrimonio immobiliare che spesso è fin qui sfuggito anche a ogni forma di censimento, oltre che destinato all’abbandono e al degrado, come è accaduto a parte della città vecchia. Non meno rilevante per Hettaruzzo Hebdo e il suo candidato è rendere efficace l’esito del referendum che voleva l’acqua pubblica, seguendo il virtuoso esempio del Comune di Saracena. E però molte di queste idee potrebbero scontrarsi contro la dura realtà, rappresentata dalla scarsità delle risorse economiche. Di qui l’idea di un bilancio partecipato, una cui parte sarà destinata «a non lasciare davvero nessuno indietro», anche grazie all’istituzione di un reddito di cittadinanza, unico reale strumento per liberare le energie in una città in cui anche il consenso è prigioniero del bisogno e per ciò stesso chiuso in pacchetti di voti. Parte dunque ufficialmente un’utopia che potrebbe rivelarsi contagiosa, i cui primi passi sono stati di carattere satirico, e che tuttavia subito ha assunto peculiarità assai serie. Perché le cose si possono cambiare solo se non si smarrisce la capacità di ridere.
Michele Giacomantonio
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