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Università e aziende contro la fuga di cervelli

CATANZARO Il mondo dell’università e quello delle aziende si uniscono per dare uno sbocco professionale ai dottori di ricerca. È questo, in sintesi, il progetto nazionale Phd-italents, la piattafor…

Pubblicato il: 12/04/2016 – 17:17
Università e aziende contro la fuga di cervelli

CATANZARO Il mondo dell’università e quello delle aziende si uniscono per dare uno sbocco professionale ai dottori di ricerca. È questo, in sintesi, il progetto nazionale Phd-italents, la piattaforma studiata dal ministero per l’Università e la Ricerca assieme alla Fondazione Crui che dal prossimo 14 aprile aprirà alla registrazione dei dati di tutti coloro i quali hanno raggiunto il più alto titolo formativo universitario, il dottorato di ricerca appunto, attraverso il portale internet www.phd-talents.it.
L’iniziativa, che prevede un fondo di circa 16 milioni di euro (11 messi a disposizione dal Ministero e 5 da privati), è stata presentata anche in Calabria, nella mattinata di martedì dall’assessore regionale alle Politiche del Lavoro Federica Roccisano, dal vicepresidente della giunta regionale Antonio Viscomi, dal rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci, dal professore dell’Umg di Catanzaro Giovanni Morrone, delegato dal rettore Aldo Quattrone, e dal presidente regionale di Unindustria Calabria Natale Mazzuca.
Il sistema è noto e per certi versi già visto: le aziende – che dal 19 ottobre al 30 novembre scorsi hanno potuto manifestare il proprio interesse all’iniziativa – vengono messe in contatto diretto, anche grazie agli Atenei, con i dottori di ricerca che si saranno iscritti (entro il 6 maggio prossimo). Le offerte di lavoro delle aziende, dopo essere state valutate da parte del ministero, saranno accessibili dai candidati. I contratti che scaturiranno dall’incontro tra domanda e offerta avranno durata triennale e il fondo servirà a coprire i costi dia assunzione a carico delle aziende con un contributo a scalare dal’80% al 40% nell’arco del triennio. Al termine del periodo, le aziende potranno tramutare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.
Il valore aggiunto dell’iniziativa – ha sottolineato Crisci – risiede proprio nel target cui è destinata: «Il ruolo del dottore di ricerca è fondamentale per le università, ma soprattutto lo è per le aziende. Con questa iniziativa mandiamo un messaggio chiaro: non possiamo disperdere un patrimonio enorme di dottori di ricerca per la cui formazione abbiamo speso tanto, ma anzi dobbiamo fare qualcosa di concreto per tenerli qui. Guardando al Sud, nella migliore delle ipotesi, i dottori di ricerca che formiamo vanno al Nord. Nella peggiore vanno all’estero: persino l’Ecuador è capace di attrarre i nostri dottori di ricerca, quando invece ne avremmo bisogno sia nelle università che soprattutto nel tessuto produttivo».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mazzuca che ha parlato di un «sistema di aziende calabresi che è pronto ad accogliere la sfida dell’innovazione in campi strategici come l’agroalimentare, l’ICT e l’ingegneria biomedica».
I dati finora raccolti dal portale, dicono che sono 980 (non un numero invidiabile, sic!) le aziende italiane che hanno manifestato interesse ad assumere uno o più dottori di ricerca, in Calabria si stimano potranno essere circa cinquanta.
Entusiasta del progetto Antonio Viscomi, che più volte ha sottolineato come la Calabria abbia l’esigenza di puntare sul concetto di innovazione se vuole costruirsi l’opportunità di crescere ai ritmi del resto del Paese: «Abbiamo grandi talenti e competenze che se inseriti all’interno di aziende capaci di innovare, di pensare ad fare da traino al mercato e non a subirlo, possono veramente fare la differenza per le aziende stesse e per tutto il sistema economico regionale», ha detto il vicepresidente.

ale. tar.

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