Appalti-spezzatino per gli "amici", ciclone a Cosenza
COSENZA Ben 600mila euro per noleggio di strutture per manifestazioni culturali e spettacoli. Sarebbe questo il guadagno ottenuto dalla ditta Medlabor per lavori realizzati per conto del Comune di Co…

COSENZA Ben 600mila euro per noleggio di strutture per manifestazioni culturali e spettacoli. Sarebbe questo il guadagno ottenuto dalla ditta Medlabor per lavori realizzati per conto del Comune di Cosenza dal 2012 al 2013. Somme, delibere e determine finite sotto la lente della Procura che da mesi sta cercando di fare chiarezza sugli affidamenti di appalti e lavori alle presunte “ditte amiche”. Un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Marisa Manzini, che venerdì mattina ha portato i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria a perquisire gli uffici di Palazzo dei Bruzi dopo l’iscrizione sul registro degli indagati di sei persone tra cui Carmine Potestio, già capo di Gabinetto dell’ex sindaco Mario Occhiuto, e alcuni dirigenti. Si tratta del dirigente del settore Lavori pubblici Domenico Cucunato, l’ingegnere Carlo Pecoraro (direttore di settore del dipartimento Lavori pubblici e Urbanistica del Comune), la ditta Medlabor (nota alle cronache per la vicenda delle luminarie) con il responsabile Antonino Scarpelli, gli imprenditori Francesco Amendola (titolare della ditta Cmt) e Antonio Amato (per l’azienda “Fratelli Amato”). Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione e abuso d’ufficio.
FINANZA IN COMUNE Dopo oltre cinque ore, alle 13 in punto, l’ultima auto della Guardia di finanza lascia Palazzo dei Bruzi. E dopo il ciclone giudiziario che si è abbattuto sul Comune di Cosenza si ristabilisce un clima di tensione. I dipendenti sono attoniti, quasi impauriti. Dalle prime ore di venerdì i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno perquisito gli uffici comunali e le abitazioni dei dirigenti e degli imprenditori finiti nell’inchiesta sull’affidamento dei lavori alle presunte ditte amiche da parte del Comune di Cosenza. Al vaglio degli inquirenti delibere e affidamenti di appalti e lavori che riguardano non solo le famose luminarie (realizzate dalla Medlabor) che portarono Palazzo dei Bruzi sotto i riflettori della cronaca nazionale. La Procura mantiene uno strettissimo riserbo sulle indagini ma da mesi lavora intensamente e con estrema riservatezza per cercare di fare luce anche su una serie di esposti presentati.
SEQUESTRATI SUPPORTI INFORMATICI Le irregolarità riguarderebbero le modalità di assegnazione dei lavori attraverso il sistema della frammentazione che avrebbe consentito l’affidamento diretto sotto la soglia minima dei 40mila euro prevista dalla legge per indire le gare d’appalto. I finanzieri avrebbero portato numerosi faldoni e sequestrato 15 supporti informatici, tra cui pc, tablet e pennette usb. Perquisizioni sono state effettuate anche nelle abitazioni di alcuni degli indagati, tra i quali l’ex capo di Gabinetto di Occhiuto. Non si tratta, comunque, della prima acqusizione di atti disposta dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta. Diverse volte i finanzieri hanno fatto visita, nei mesi scorsi, negli uffici di Palazzo dei Bruzi per acquisire materiale e documenti che è stato al vaglio dei magistrati.
«PROFITTI AUMENTATI IN MODO VERTIGINOSO» Al vaglio degli inquirenti c’è un voluminoso giro d’affari che riguarderebbe la Medlabor, la ditta che si occupa del noleggio di strutture per manifestazioni culturali e spettacoli e che avrebbe realizzato le famose luminarie, finite sotto i riflettori dei media nazionali dopo l’avvio dell’inchiesta della Procura. Ciò che è venuto fuori da specifici accertamenti è che il volume d’affari di Medlabor è passato da 10mila euro del 2011 a oltre 400mila nel 2014: ovviamente non tutti frutto di lavori realizzati per conto del Comune di Cosenza. Ma da Palazzo dei Bruzi avrebbe ottenuto ben 600mila euro nel periodo compreso dal 2012 al 2015. Sotto la lente dei magistrati ci sarebbe anche una determina di affidamento dei lavori alla ditta di Scarpelli che risulterebbe falsa.
I “POTERI” DI POTESTIO E IL RUOLO DEI DIRIGENTI I vantaggi per Medlabor sarebbero stati ottenuti per il tramite di Potestio che, secondo l’accusa, nel suo ruolo di capo di Gabinetto del Comune di Cosenza – in carica fino allo scorso 6 febbraio (data del defenestramento del sindaco Occhiuto) – avrebbe indebitamente ricevuto per sé somme di denaro finalizzate a favorire l’impresa di Scarpelli attraverso l’acquisizione dei lavori con il metodo di affidamento diretto senza osservare la normativa prevista in materia. Stesso “sistema” sarebbe stato usato anche da Cucunato in concorso con Pecoraro. I due avrebbero messo in pratica l’affidamento mediante cottimo fiduciario per lavori di importo inferiore a 40mila euro violando le leggi di trasparenza delle pubbliche amministrazioni. I lavori sarebbero stati così assegnati a Scarpelli, alla ditta di Amato e a quella dell’imprenditore Amendola che – sempre secondo i reati contestati – dal 2011 al febbraio del 2016 avrebbero ottenuto cospicui vantaggi economici.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it