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«Su Trematerra decida la Corte costituzionale»

CATANZARO «Sul caso Trematerra intervenga la Corte Costituzionale». È questa la richiesta dell’avvocato Salvatore Staiano, difensore di Michele Trematerra, al termine dell’udienza davanti al Tdl di…

Pubblicato il: 01/06/2016 – 10:20
«Su Trematerra decida la Corte costituzionale»

CATANZARO «Sul caso Trematerra intervenga la Corte Costituzionale». È questa la richiesta dell’avvocato Salvatore Staiano, difensore di Michele Trematerra, al termine dell’udienza davanti al Tdl di Catanzaro. Si è tornati nuovamente in aula dopo che la Corte di Cassazione, alla quale aveva fatto ricorso la Procura di Catanzaro contro la decisione del Tdl di respingere l’appello per il mancato arresto dell’ex assessore regionale all’agricoltura (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa), non solo aveva annullato l’ordinanza del Riesame ma con quella sentenza aveva bacchettato severamente le motivazioni del Tribunale della libertà. La Cassazione, nell’annullare l’ordinanza impugnata, ha inviato gli atti al Tribunale di Catanzaro per un nuovo esame. Ecco perché in udienza l’avvocato Staiano ha sostenuto che debba essere la Corte costituzionale a pronunciarsi su alcuni aspetti legati al reato di concorso esterno in associazione mafiosa. In particolare il legale (difensore di Trematerra assieme al collega Sergio Calabrese) ha ravvisato un profilo di incostituzionalità del combinato degli articoli 110 e 416 bis del codice penale dal quale – secondo l’avvocato – deriva l’insussistenza della pena legata al concorso esterno. Ma il pm Pierpaolo Bruni si è opposto alla richiesta di rinviare gli atti alla Consulta.
Il 7 luglio del 2015 – nel corso dell’operazione denominata Acheruntia (antico nome del Comune di Acri), condotta dalla Dda di Catanzaro – i magistrati avevano chiesto l’arresto dell’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra, indagato per concorso esterno e corruzione, per avere agevolato la cosca Lanzino-Ruà grazie ai legami stretti con l’ex consigliere comunale di Acri Angelo Gencarelli, elemento apicale del clan. Il gip negò l’arresto del politico. Decisione poi confermata anche dal Riesame e che indurrà la distrettuale di Catanzaro a ricorrere in Cassazione. Gli ermellini hanno dato ragione alla Procura rinviando nuovamente gli atti a Catanzaro. Ora la parola spetta al Tdl.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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