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“Cosa mia”, l'Anm si schiera con il giudice Di Rienzo

LAMEZIA TERME «La giunta distrettuale dell’Anm esprime la propria vicinanza e solidarietà alla collega Stefania Di Rienzo, fatta oggetto in questi giorni di duri attacchi mediatici in relazion…

Pubblicato il: 15/06/2016 – 18:59
“Cosa mia”, l'Anm si schiera con il giudice Di Rienzo

LAMEZIA TERME «La giunta distrettuale dell’Anm esprime la propria vicinanza e solidarietà alla collega Stefania Di Rienzo, fatta oggetto in questi giorni di duri attacchi mediatici in relazione alla sua qualità di Giudice relatore nel processo denominato “Cosa Mia”, celebratosi in Corte d’Assise d’Appello». Questa la posizione della sezione Distrettuale dell’Anm, che ha diramato una nota siglata dal presidente Roberto Di Palma e dal segretario Antonino Foti, in merito alla vicenda del mancato deposito delle motivazioni della senza Cosa Mia in Appello.
«Il cuore del problema, che gli articoli di stampa sembrano totalmente ignorare – si legge ancora nella nota – sono le reali condizioni in cui quotidianamente i magistrati del Distretto sono chiamati ad operare. Carichi di lavoro inaccettabili. Udienze quotidiane ed interminabili, che inevitabilmente sottraggono tempo alla redazione degli atti. Carenza di personale amministrativo, che rende il lavoro più faticoso, costringendo i magistrati a farsi carico anche di tali adempimenti, sottraendo così tempo ed energie all’attività giurisdizionale. Scopertura di organico, da considerarsi di per sé assolutamente inadeguato alle reali esigenze del Distretto. Tutti temi che la Giunta ha reiteratamente sottolineato e posto all’attenzione dei competenti interlocutori istituzionali. In questa situazione generale, la collega Di Rienzo, durante questi mesi, ha continuato quotidianamente a lavorare con lo stesso impegno e carico di lavoro di sempre: processi in Assise di cui è stata relatrice, maxi-processi di criminalità organizzata, misure di prevenzione».
«Inaccettabile, peraltro – concludono Di Palma e Foti – appare vieppiù il paventato scenario di una “resa giudiziaria” di cui si fa menzione in uno degli articoli di stampa in questione. Chiunque lavori in questo Distretto sa bene che mai resa vi è stata né vi sarà: i numeri dei processi celebrati, dei latitanti catturati, delle sentenze emesse e confermate in tutti i gradi di giudizio, delle misure di prevenzione personali e patrimoniali applicate ne sono stentorea conferma».

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