COSENZA Il Cosenza Calcio riparte dopo una decina di giorni di impasse – sebbene, ci terrà a precisare in conferenza stampa il patron Eugenio Guarascio: «Non ci siamo mai fermati» – legati alla vacatio di una figura cardine dell’organigramma societario come l’ex direttore sportivo Mauro Meluso che, di punto in bianco, aveva abbandonato la città di Telesio per accasarsi in Salento, alla corte di una diretta concorrente per un posto al sole in serie cadetta, il Lecce. E sì, perché l’obiettivo, certifica sempre Guarascio senza mai nominarlo, rimane il medesimo: «Bisogna essere umili ma autorevoli. Abbiamo tutte le carte per il salto di categoria, ora però deve parlare il campo».
Il nome nuovo è quello di Massimo Cerri che ricoprirà il ruolo di responsabile dell’area tecnica. Sponsorizzato dal mister rossoblù Giorgio Roselli (che non poteva mancare alla presentazione ufficiale, siede infatti fra i tifosi, ndr) col quale è legato da antichi vincoli di amicizia, un trascorso da calciatore sui campi di quella che un tempo era chiamata serie C, ma anche da allenatore maturato nelle giovanili del Piacenza dei miracoli, quello tutto “italiano” che veleggiava in A. E sempre dal Piacenza proviene Cerri dopo averlo riportato, in qualità di ds, fra i professionisti. Buone nuove, insomma, per la sanguigna tifoseria bruzia che aveva vissuto gli ultimi giorni con qualche turbolenza se è vero che proprio per stasera, nella centralissima piazza Kennedy, è prevista una riunione indetta dall’associazione “Cosenza nel cuore” per tentare di interpretare la situazione venutasi a creare.
D’altronde in tanti, circa una cinquantina, sono stati i supporter silani presenti nella conferenza stampa di stamane nella sala stampa del “Marulla”. Ma dal rendez-vous coi giornalisti sono diversi gli spunti interessanti emersi. Innanzitutto che, oltre al responsabile dell’area tecnica, il Cosenza Calcio fa un maquillage anche al resto della struttura societaria. Entrano in gioco Carlo Federico, medico radiologo già vicino alle sorti dei rossoblù, che indosserà le vesti di direttore generale (una figura inedita per la quinquennale gestione Guarascio) e Simona Di Carlo che sarà la nuova responsabile del marketing della società. Il mantra, ribadito dallo stesso Cerri appena insediatosi (che fra l’altro, ironia della sorte, è pure il cognato dell’ex Meluso), è quello della continuità. Negli obiettivi («bisogna proseguire la traccia degli ultimi due anni e migliorarla anche se il calcio non è una scienza esatta») come nell’ossatura della squadra («abbiamo le idee chiare, già avuto colloqui coi calciatori presenti in rosa, per i nuovi ci servono solo quelli che ci facciano fare salto di qualità a cominciare dall’attacco. Stiamo valutando tutto e tutti»). Ed effettivamente, dai rinnovi, qualche grana potrebbe giungere per il nuovo uomo mercato del Cosenza.
Perso il capocannoniere della scorsa stagione La Mantia, accasatosi in B col Pro Vercelli, e perso il faro del centrocampo Arrigoni destinato, guarda caso, a Lecce, anche un altro pezzo pregiato come il cursore Ciancio («lo vogliono in tanti», ammetterà Cerri) rischia di fare le valigie. Eppure negli occhi di Eugenio Guarascio, che per ultimo prende la parola, non c’è traccia di preoccupazione. Certo, appare deluso dal comportamento di Mauro Meluso («un fulmine a ciel sereno, l’hanno presentato a Lecce ma a noi risulta in ferie…») ma comunque fiducioso sul futuro della società e sui nuovi uomini che ne gestiranno le sorti: «A noi servono persone perbene -afferma – come Cerri e Federico. Per il primo parla la sua carriera, col secondo abbiano una sorta di affinità elettiva anche se lui – scherza – forse, è un po’ troppo tifoso. Quest’anno, il budget -rivela- sarà leggermente più importante di quello dello scorso anno». E le novità non sono finite qui perché il Cosenza, Guarascio dixit, «non è in vendita. Chi come approccio ne chiede l’acquisto sbaglia, io sarei interessato, eventualmente ad altri soci. E poi – continua – non ho mai visto trattative fatte per mezzo stampa. Chi si avvicina al calcio deve avere spalle larghe, non altri interessi». Impossibile essere più chiari. E la nuova stagione non è che agli albori.
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