Appalti a "ditte amiche" a Cosenza, nuovi atti al vaglio degli inquirenti
COSENZA Prosegue l’attività della Guardia di finanza di acquisizione di documenti amministrativi negli uffici del Comune di Cosenza nell’ambito dell’inchiesta della Procura che da mesi sta cercando d…

COSENZA Prosegue l’attività della Guardia di finanza di acquisizione di documenti amministrativi negli uffici del Comune di Cosenza nell’ambito dell’inchiesta della Procura che da mesi sta cercando di fare chiarezza sugli affidamenti di appalti e lavori alle presunte “ditte amiche”. Un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Marisa Manzini, che nelle scorse ha portato i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria a perquisire gli uffici di Palazzo dei Bruzi dopo l’iscrizione sul registro degli indagati di sei persone tra cui Carmine Potestio, già capo di Gabinetto dell’ex sindaco Mario Occhiuto, e alcuni dirigenti. Si tratta del dirigente del settore Lavori pubblici Domenico Cucunato, l’ingegnere Carlo Pecoraro (direttore di settore del dipartimento Lavori pubblici e Urbanistica del Comune), la ditta Medlabor (nota alle cronache per la vicenda delle luminarie) con il responsabile Antonino Scarpelli, gli imprenditori Francesco Amendola (titolare della ditta Cmt) e Antonio Amato (per l’azienda “Fratelli Amato”).
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione e abuso d’ufficio. In questi giorni la Finanza dopo aver passato al setaccio tutto il materiale già acquisito, ha chiesto ai dirigenti comunali di consegnare ulteriore documentazione amministrativa, ovvero delibere e determine che dovrebbero essere depositate a breve.
Al vaglio degli inquirenti delibere e affidamenti di appalti e lavori che riguardano non solo le famose luminarie (realizzate dalla Medlabor) che portarono Palazzo dei Bruzi sotto i riflettori nazionali. Le irregolarità riguarderebbero le modalità di assegnazione dei lavori attraverso il sistema della frammentazione che avrebbe consentito l’affidamento diretto sotto la soglia minima dei 40mila euro prevista dalla legge per indire le gare d’appalto.
I finanzieri hanno già acquisito numerosi faldoni e sequestrato 15 supporti informatici, tra cui pc, tablet e pennette usb. Le perquisizioni vennero effettuate anche nelle abitazioni di alcuni degli indagati, tra i quali l’ex capo di Gabinetto di Occhiuto.
«PROFITTI AUMENTATI IN MODO VERTIGINOSO» Al vaglio degli inquirenti c’è un voluminoso giro d’affari che riguarderebbe la Medlabor, la ditta che si occupa del noleggio di strutture per manifestazioni culturali e spettacoli e che avrebbe realizzato le famose luminarie, finite all’attenzione dei media nazionali dopo l’avvio dell’inchiesta della Procura. Ciò che è venuto fuori da specifici accertamenti è che il volume d’affari di Medlabor è passato da 10mila euro del 2011 a oltre 400mila nel 2014: ovviamente non tutti frutto di lavori realizzati per conto del Comune di Cosenza. Ma da Palazzo dei Bruzi avrebbe ottenuto ben 600mila euro nel periodo compreso dal 2012 al 2015. Sotto la lente dei magistrati ci sarebbe anche una determina di affidamento dei lavori alla ditta di Scarpelli che risulterebbe falsa.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it