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A Crotone vince il rinnovamento

La sfida a Crotone è stata stravinta dalla forze del rinnovamento, del cambiamento e dell’alternanza che sono in gran fermento, come dimostra il voto complessivo, in tutto il Paese e in Europa. Se …

Pubblicato il: 20/06/2016 – 12:43
A Crotone vince il rinnovamento

La sfida a Crotone è stata stravinta dalla forze del rinnovamento, del cambiamento e dell’alternanza che sono in gran fermento, come dimostra il voto complessivo, in tutto il Paese e in Europa. Se non si focalizza bene questo aspetto e si derubrica il “caso” Crotone a un ordinario episodio elettorale, si corre il rischio di non capire la crisi profonda della politica tradizionale e il perché i movimenti di protesta e di nuove proposte sono in visibile ascesa.
A Crotone è accaduto che le forze del rinnovamento hanno sconfitto le forze della conservazione che si avvalevano degli apparati di gestione, solertemente attivati non per migliorare la qualità della vita dei cittadini ma per garantire la prosecuzione di un’attività amministrativa deludente e carriere politiche immeritate. Ora reimpostando, con rigore e serietà, l’attività amministrativa della città e rimettendola in simbiosi con i bisogni e con l’urgenza di valorizzare l’enorme e diffuso potenziale economico e culturale del territorio fin qui colpevolmente trascurato, Crotone può migliorare se stessa. E assurgere a modello di buone pratiche politiche in Calabria e nel Mezzogiorno.
Ecco un primo punto su cui riflettere: non si può amministrare una città del Mezzogiorno con la miopia tipica dell’economia curtense, quando viviamo in una società globalizzata in cui è in corso una rivoluzione digitale che ci deve coinvolgere in prima persona, se non vogliamo essere esclusi dai circuiti della modernizzazione tecnologica e non contare nulla. Occorre aprile la città e inserirla in ogni contesto per fare crescita, sviluppo e occupazione. Quanto accade nel Paese, la crisi economica più grave del dopoguerra e il disagio sociale inasprito nelle aree più svantaggiate dall’aumento della povertà, richiedono un nuovo protagonismo dei cittadini che – come dimostra il voto di Crotone – non accettano più che sulla loro pelle si consumino misfatti amministrativi senza che nessuno se ne assuma la responsabilità.
Dopo anni di emarginazione, Crotone come tante altre città della provincia (Cirò Marina e Cutro) e tantissimi altri centri della regione dove si è votato, chiedono alle classi dirigenti un cambio di passo che renda le istituzioni utili per i cittadini e riduca le distanze tra i palazzi del potere e la società civile. Se non ci si mette in ascolto, abbandonando la prassi di un meccanico e insolente “udire”, di questo crescente desiderio dei cittadini di contare nelle scelte strategiche, si rischia di non capire quanto sta accadendo in Calabria e nel Paese; di non arginare la sfiducia nei partiti e nelle istituzioni e di ritenere, come ha fatto il Pd crotonese che si è messo il futuro alle spalle, di poter vincere le elezioni senza il popolo. O peggio contro il popolo. Una lezione che può essere tratta dal voto specifico di Crotone e di tante altre realtà, è che non ci può essere una politica vincente senza l’ascolto e la presenza propositiva sul territorio, che è poi l’essenza che caratterizza da anni la nostra iniziativa di movimento.
Non basta far sentire l’esistenza in vita della politica con la “gestione” vecchia maniera, che in Calabria continua a essere pessima e non in grado d’invertire la tendenza al declino; o magari coprendo l’intero spazio politico con attori mediali o inventati di sana pianta con l’intento di prendere in giro la gente. E’ necessario, invece, che la politica irrobustisca le radici nella società, costruendo con essa legami solidi e credibili, rilanciando la partecipazione dal basso e valorizzando l’apporto della società civile: elementi che sono indispensabili, non solo per innovare i meccanismi della politica ma anche per avere credibilità nel confronto con le parti più dinamiche della nostra società. Anche per queste ragioni, ho spesso sostenuto che a Crotone la sfida non era incentrata sul mutamento di facciata, ma mirava a sconfiggere le forze che, cresciute sulla dipendenza dall’esterno, oppongono resistenza ad ogni novità e che hanno privato il territorio di autonomia decisionale e dignità politica e istituzionale, paralizzato l’iniziativa amministrativa e reso marginale una città dalla storia prestigiosa e plurimillenaria. Per tutto questo oggi Crotone si sente liberata. Ed è questa la sfida che Ugo Pugliese, tutti noi e le forze che ci hanno sostenuto abbiamo vinto domenica.
Ora inizia per questa città del Mezzogiorno, tuttora dentro i postumi della crisi industriale degli Anni Novanta e che ha bisogno di dialogare, in una logica di parità e di rispetto, con le altre istituzioni regionali, nazionali ed europee, il tempo del fare. E del fare bene. Le emergenze sono innumerevoli e occorre fronteggiarle con una ingente dose di pragmatismo accompagnato da competenze e progettualità. Ugo Pugliese, la sua squadra di governo e tutta la coalizione hanno un programma per la città che è frutto di un’elaborazione messa a punto con la partecipazione delle istanze più rappresentative. Si tratta di realizzarlo. Senza più chiacchiere, polemiche e veleni, ma chiamando ciascuno alle proprie responsabilità e rispettando l’unico patto che in democrazia vale, ossia quello assunto con i cittadini. Domenica è stata sconfitta una visione della politica incentrata sui destini di un ceto politico che per dieci anni ne ha fatte di tutti i colori. Una visione asfittica e autoreferenziale che non dobbiamo tuttavia dimenticare, perché è vitale non ripetere gli errori del passato. Adesso è necessario approcciare i tanti problemi con lo spirito giusto, e sedersi, con piglio operativo e lealtà, dalla parte del popolo, che è il vero vincitore di questa lunga e faticosa campagna elettorale.

*Consigliere regionale di Calabria in Rete

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