La massoneria non darà gli elenchi all'Antimafia
ROMA «È una richiesta che non capisco. Ci sono delle leggi approvate dal Parlamento italiano che tutelano il diritto alla riservatezza sui dati sensibili. E l’appartenenza ad associazioni di qualsias…

ROMA «È una richiesta che non capisco. Ci sono delle leggi approvate dal Parlamento italiano che tutelano il diritto alla riservatezza sui dati sensibili. E l’appartenenza ad associazioni di qualsiasi tipo è un dato sensibile. La cosiddetta legge sulla privacy l’ha fatta il Parlamento italiano. È ingiusto chiedere a qualsiasi associazione l’elenco dei propri affiliati. Non è un problema del Grande Oriente ma di tutte le associazioni come partiti, sindacati, associazioni culturali o di volontariato». Stefano Bisi, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (la più nutrita loggia massonica italiana), spiega in un’intervista ad Affaritaliani.it perché non intende esaudire la richiesta della Commissione Antimafia di consegnare l’elenco degli iscritti. Bisi spiega: «Non vedo il motivo di questa ossessione del rendere pubblico l’elenco degli iscritti al Grande Oriente. Tanto che, giustamente, anche partiti come il Pd e altri non pubblicano gli elenchi dei propri iscritti. Non è detto che un iscritto a un partito voglia sbandierarlo ai quattro venti. Così come c’è chi non vuole che tutti sappiano che è un massone. Io l’ho detto 34 anni fa, ma chi non vuole dirlo ha diritto, secondo la legge, a non farlo».
Non è una polemica agostana. La presa di posizione di Bisi segue a una richiesta ufficiale della Commissione Antimafia, che indaga – anche a seguito delle inchieste della Dda di Reggio Calabria – sulla relazione tra massoneria deviata e ‘ndrangheta. Ma il Gran Maestro fa appello alla legge: «Credo si debba rispettare la legge. Ci sono leggi che tutelano la riservatezza dei dati sensibili. La Commissione invita a infrangere una legge? Mi pare strano. Non capisco questa voglia di schedatura di massa. Anche perché con queste cose si comincia in un modo e non si sa come si finisce. Vogliono che i massoni vadano in giro con una fascia al braccio per riconoscerli? E poi a chi toccherà?». Si potrebbe andare al muro contro muro, insomma. Ma Bisi, allo scontro, preferisce contrapporre le tante iniziative nelle quali massoneria e istituzioni sono andate a braccetto. «Siamo tra l’altro l’unica associazione che celebra i 70 anni della Repubblica con continuità e iniziative importanti in luoghi simbolici come la moschea di Colle Val d’Elsa, la sala auditorio del Consiglio Regionale di Reggio Calabria, a Lipari dove il Gran Maestro Torrigiani venne mandato al confino e si ammalò fino a diventare cieco». Insomma, in Calabria e non solo le istituzioni ospitano il Grande Oriente e partecipano alle sue iniziative (il giorno dell’incontro in consiglio regionale era presente anche il governatore Oliverio). Perché scornarsi sugli elenchi?