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Omicidio Scarfone, arrestati il fratello e il nipote

GIOIA TAURO I carabinieri della compagnia di Gioia Tauro e della tenenza di Rosarno hanno sottoposto a fermo due persone accusate dell’omicidio di Antonio Scarfone, il commerciante già noto alle forz…

Pubblicato il: 23/08/2016 – 7:34
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Omicidio Scarfone, arrestati il fratello e il nipote

GIOIA TAURO I carabinieri della compagnia di Gioia Tauro e della tenenza di Rosarno hanno sottoposto a fermo due persone accusate dell’omicidio di Antonio Scarfone, il commerciante già noto alle forze dell’ordine di 49 anni ucciso lo scorso 14 agosto a Rosarno. Si tratta del fratello e del nipote della vittima, Angelo Scarfone, di 52 anni, e Luigi Timpani, di 28, entrambi già noti alle forze dell’ordine. All’origine del delitto, secondo la ricostruzione dei carabinieri, questioni che si trascinavano da tempo relative al possesso dell’abitazione della madre del commerciante ed alla riscossione della sua pensione. I fermi, emessi dalla Procura di Palmi, sono già stati convalidati dal gip che ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere a carico di Scarfone, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, e di Timpani. Secondo quanto emerso dalle indagini, già la mattina del 14 agosto Antonio Scarfone era stato minacciato dal fratello, dal nipote e da altre 4 persone.

LA RICOSTRUZIONE Il fratello è ritenuto esecutore materiale, il nipote concorrente morale dell’omicidio commesso nell’abitazione della madre della vittima, in via Papa Giovanni XXIII al civico 58. Le indagini del reparto operativo di Reggio Calabria, diretto dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, coordinate dal procuratore di Palmi, Ottavio Sferlazza, e dal sostituto Valentina Giammaria, hanno consentito agli inquirenti di ricostruire quanto accaduto. È stato così accertato che nell’abitazione dove si è consumato il delitto, quella stessa mattina la vittima era stata obbligata ad allontanarsi per sfuggire a un gruppo di fuoco composto da sei persone armate, tra cui i due fermati.
Nel pomeriggio era intervenuta una pattuglia dell’Arma, trovando sul posto alcuni parenti, tra cui Angelo Scarfone, che lamentavano lo stato di abbandono in cui versava la madre della vittima, Carmela Fazzari, gravemente malata, e ne attribuivano la responsabilità al figlio Antonio, in quel momento assente. La situazione sarebbe precipitata nella tarda serata, quando Antonio ha fatto rientro in casa, sarebbe stato affrontato dai familiari e in seguito ad una colluttazione ferito da due colpi di pistola che ne hanno determinato la morte immediata. Secondo la ricostruzione l’omicidio sarebbe avvenuto nel cortile, e poi il corpo di Antonio sarebbe stato portato nella casa della madre.
I carabinieri di Reggio Emilia, dove Angelo Scarfone risiede, hanno contribuito a far luce sul movente, che sarebbe legato al possesso dell’abitazione di Carmela Fazzari e alla riscossione della sua pensione. La vittima, secondo quando ricostruito dai Carabinieri anche grazie alle dichiarazioni dei numerosi parenti sentiti, era l’unico dei fratelli ad avere il possesso della casa e a riscuotere la pensione dell’anziana madre, la qual cosa non andava più bene ad alcuni parenti, che da tempo avrebbero accampato pretese in tal senso. Entrambi i fermati sono stati condotti in carcere, e in seguito a interrogatorio di garanzia tenuto ieri pomeriggio, il gip ha confermato per entrambi un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

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