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SIX TOWNS | «Meglio in galera che al cimitero»

CATANZARO Meglio in galera che al cimitero. È questo il senso di una conversazione captata tra Agostino Marrazzo e Giuseppe Pizzuto, all’epoca reggente della cosca Iona. Oggetto della conversazione…

Pubblicato il: 18/10/2016 – 19:16
SIX TOWNS | «Meglio in galera che al cimitero»

CATANZARO Meglio in galera che al cimitero. È questo il senso di una conversazione captata tra Agostino Marrazzo e Giuseppe Pizzuto, all’epoca reggente della cosca Iona. Oggetto della conversazione sono le indagini che gli inquirenti stanno conducendo sulla morte di Francesco, detto Franco, Iona, ucciso a Belvedere Spinello l’8 agosto del 1999, all’interno del circolo “Oasi verde azzurro”. Iona è stato prima atterrato da un colpo di fucile calibro 12 che lo ha raggiunto a una spalla. Una volta a terra è stato finito con un colpo alla nuca. Agostino Marrazzo viene oggi accusato di essere il mandante dell’omicidio, ordito per prevenire l’attacco che la vittima aveva in serbo di attuare nei suoi confronti e di altri affiliati. Franco Iona, erano i sospetti che hanno portato alla sua eliminazione, puntava alla leadership del sodalizio mafioso Iona-Marrazzo-Oliverio attraverso l’eliminazione degli elementi di spicco, così come aveva fatto con Bruno Dima, e approfittando del fatto che suo zio, leader della cosca, Guirino Iona, era all’epoca latitante. Agostino Marrazzo vede nell’omicidio di Franco Iona – come emerge nelle conversazione con Pizzuto – l’unica alternativa alla propria morte.

IL TRADIMENTO DI UN FRATELLO Ma bisogna fare un passo indietro per meglio comprendere le ragioni di una faida che si consuma anche all’interno della famiglia Iona. Dalla sua latitanza Guirino Iona manda una lettera al proprio avvocato nella quale delinea il contesto che sta maturando all’interno della sua famiglia. Il capo cosca aveva intuito che suo fratello Antonio si era unito ai nemici “cirotani” e insieme ai propri figli, tra i quali Franco Iona, aveva in mente di eliminare suo fratello e i suoi più fidati sodali (come Agostino Marrazzo e Bruno Dima) per divenire il capo del locale di Belvedere Spinello. Subito dopo l’omicidio di Bruno Dima fu chiaro che Antonio Iona e i cirotani facevano sul serio. E’ a questo punto che viene ordito e messo in atto l’omicidio di Franco Iona.

UNA SCUOLA COME STALLA Dell’omicidio si è autoaccusato anche il collaboratore Francesco Oliverio. Franco Iona cercava indipendenza anche da Oliverio. Un episodio significativo lo racconta lo stesso pentito. C’era un scuola con una forte crepa che andava demolita. Ma nessuno osava buttarla giù perché Oliverio ci teneva i suoi cavalli. Nessuno osava prendere l’appalto per la demolizione. Un giorno alcuni cavalli vengono trovati morti. “Li hanno avvelenati…”, dice Oliverio e chiede spiegazioni.Gli fanno sapere che la scuola sarebbe stata demolita e quell’appalto che nessuno voleva lo aveva preso Franco Iona. Oliverio allora racconta di avere ordito un traggiro e di avere persuaso i Marrazzo e Guirino che un capannone andato a fuoco fosse opera di Franco Iona. D’altronde, sapeva Oliverio, bastava una scintilla per scatenare un incendio.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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