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L'Asp di Reggio ha debiti con chi ha pagato i suoi debiti

REGGIO CALABRIA I debiti producono altri debiti. E all’Asp di Reggio questo sembra essere diventato un meccanismo incontrollabile quanto surreale. L’Azienda provinciale, infatti, è riuscita ad accumu…

Pubblicato il: 18/11/2016 – 13:56
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L'Asp di Reggio ha debiti con chi ha pagato i suoi debiti

REGGIO CALABRIA I debiti producono altri debiti. E all’Asp di Reggio questo sembra essere diventato un meccanismo incontrollabile quanto surreale. L’Azienda provinciale, infatti, è riuscita ad accumulare pendenze a più zeri anche nei confronti di quei professionisti che erano stati chiamati a saldare i suoi arretrati.
Funziona così: quando un ente non paga i servizi di cui ha beneficiato, proprio come l’Asp dello Stretto, i creditori presentano ricorsi al tribunale amministrativo. Il giudice, una volta accertata la legittimità della richiesta, emette la sentenza con la quale ordina il pagamento dovuto entro un termine stabilito. In caso di ulteriore inadempienza, il Tar nomina un commissario ad acta che, dietro compenso professionale, ha il compito, sostanzialmente, di estinguere i debiti contratti dalla pubblica amministrazione interessata.
Ecco, questo giochetto all’Asp di Reggio si è verificato centinaia e centinaia di volte, con il risultato che – oltre a tirare fuori un mare di quattrini per pagare anche gli interessi maturati sulle pendenze precedenti – ora l’Azienda dovrebbe liquidare pure i compensi dell’esercito dei commissari nominati dai vari tribunali. Dovrebbe farlo ma, in effetti, non lo fa, accumulando così altri debiti sui debiti già contratti e producendo altri interessi sugli interessi. Il circolo vizioso, insomma, continua ad autoalimentarsi senza fine.
Si arriva, per questa via, al paradosso dei paradossi: diversi professionisti in attesa dei compensi avrebbero già predisposto le carte per avanzare un giudizio di ottemperanza sui loro crediti. In pratica, i commissari chiedono la nomina di altri commissari per saldare le loro spettanze maturate in qualità di commissari e in sostituzione dei commissari che attualmente guidano l’Asp (Giacomino Brancati e Felice Iracà). Roba da teatro dell’assurdo.

I DECRETI DI LIQUIDAZIONE Con un atto dirigenziale dello scorso 14 ottobre, l’Asp ha preso atto di ben 102 decreti di liquidazione emessi dai Tar regionali e relativi al pagamento dei compensi a favore di altrettanti commissari ad acta, nonché delle spese processuali. La cifra è da capogiro: poco più di 190mila euro. Una somma che l’Azienda avrebbe potuto risparmiare, se solo avesse pagato per tempo i suoi debiti con i vari fornitori. Invece l’arretrato è cresciuto e crescerà ancora, dal momento che a più di un mese dalla pubblicazione di quell’atto nessun professionista avrebbe ricevuto un centesimo.
Proprio per questo motivo alcuni ex commissari ad acta sarebbero sul punto di invocare la nomina di altri professionisti che adempiano alle mancanze di Brancati e Iracà.
Dei 102 decreti di liquidazione, 81 sono stati emessi dal Tar della Calabria, gli altri provengono da quelli di Lombardia (10), Lazio (6), Toscana (3) e Sicilia (2).

CASO NAZIONALE L’Asp di Reggio, insomma, più che ad assicurare una sanità efficiente e moderna sembra essere occupata a sfornare debiti. Nessuno, al momento, sarebbe in grado di quantificare l’ammontare del passivo di un’Azienda che gli stessi commissari alla Sanità regionale hanno definito «una emergenza nazionale». Colpa soprattutto dei bilanci “orali” del passato che hanno impedito, e impediscono tuttora, di verificare lo stato finanziario di un ente che continua a fare acqua da tutte le parti.
L’ultimo tavolo interministeriale di verifica sul Piano di rientro (26 luglio) ha certificato il basso utilizzo dell’anticipazione di liquidità da parte dell’Asp 5 che, tra l’altro, «ha ancora a disposizione circa 57 milioni di euro per effettuare i pagamenti». Ma ciononostante il saldo delle spettanze va a rilento e contribuisce alla moltiplicazione degli interessi dei creditori.
A tutto questo si deve inoltre aggiungere lo scarso impiego dei fondi Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate), fermo al 12%. Lo stesso Tavolo Adduce ha rilevato che «permangono ritardi, in particolare in alcune aziende del Sistema sanitario regionale della Regione Calabria, nel pagamento dei propri debiti, pur in presenza delle relative risorse». Un appunto tarato, in particolare, sulla situazione dell’Asp reggina.

IN MIGLIORAMENTO Nello stesso verbale del 26 luglio, però, i commissari alla Sanità Massimo Scura e Andrea Urbani hanno evidenziato che «la situazione dell’Asp di Reggio Calabria è in miglioramento in quanto la struttura amministrativa, supportata anche dall’unità di missione della Guardia di finanza, ha avviato le attività per il pagamento del debito pregresso concentrandosi prioritariamente sulle procedure esecutive certe». Che infatti sono state (in parte) saldate grazie al lavoro di quegli stessi commissari che ora esigono nuovi crediti. E chissà che la storia (assurda) non si ripeta anche nel prossimo futuro.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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