Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

La Cassazione: Genchi e De Magistris sapevano di intercettare parlamentari

ROMA I pm e i loro collaboratori, quando nelle inchieste si imbattono in utenze che potrebbero essere in uso a parlamentari, anche se intestate a società o a partiti e non direttamente a senatori o…

Pubblicato il: 22/11/2016 – 17:46
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
La Cassazione: Genchi e De Magistris sapevano di intercettare parlamentari

ROMA I pm e i loro collaboratori, quando nelle inchieste si imbattono in utenze che potrebbero essere in uso a parlamentari, anche se intestate a società o a partiti e non direttamente a senatori o deputati, devono fermarsi, e chiedere al Parlamento l’autorizzazione ad acquisire quei tabulati. Né i pm possono difendersi dall’accusa di aver abusato delle loro funzioni sostenendo di non aver avuto «piena contezza» del fatto che i numeri “intercettati” erano degli “onorevoli”. Il principio che rafforza la tutela delle comunicazioni degli eletti è affermato dalla Cassazione nelle motivazioni della sentenza del processo “Why not” che ha visto assolti in appello l’ex pm di Catanzaro e attuale sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il suo ex consulente Gioacchino Genchi. 

I (TANTI) PARLAMENTARI INTERCETTATI La sentenza depositata oggi è relativa all’udienza dello scorso 22 settembre. Per questo motivo i supremi giudici hanno accolto il ricorso, limitatamente agli effetti civili, contro la sentenza di assoluzione di De Magistris e Genchi, emessa nel 2015 dalla Corte di Appello di Roma presentato da Clemente Mastella, Francesco Rutelli e Sandro Gozi che chiedono il risarcimento dei danni per la lesione delle loro prerogative di parlamentari durante l’inchiesta “Why not” nella quale fino all’ottobre 2007 sono stati intercettati senza il permesso del Parlamento. Erano molte le utenze finite nel mirino dell’allora pm e del suo consulente: quelle dell’ex ministro Giuseppe Pisanu, di Sandro Gozi, dell’ex premier Romani Prodi, di Clemente Mastella, Antonio Gentile, Marco Minniti e Francesco Rutelli. Tutti intercettati nella maxi inchiesta della Procura di Catanzaro senza che l’accusa passasse attraverso la richiesta al Parlamento dell’autorizzazione ad acquisire i tabulati. È su questo aspetto che si appuntano le considerazioni dei giudici della suprema corte. 

I NUMERI DI GOZI, MASTELLA E RUTELLI In effetti, Genchi, già in una relazione del 20 aprile 2007, «abbinava il numero di una delle utenze riferibili a Gozi con la dicitura “$Belgio(Gozi Sandro)”, il numero di una seconda utenza riferibile al Gozi con la dicitura “in corso di acquisizione (Gozi Sandro)” e il numero di una terza utenza con la dicitura “GOZI SANDRO”». Di più: i legali di Gozi, richiamando le motivazioni della sentenza di prima, ricordano che il 22 maggio, il consulente aveva ricevuto una email da De Magistris «nella quale si segnalava “Attenzione Gozi è un deputato in carica”, e che, ciononostante, il 25 giugno 2007, nella relazione numero 6 del Genchi si procedeva all’esame dei contatti tra la prima delle tre udienze riferibili all’onorevole Gozi e un’utenza riferita all’onorevole Prodi». Sarebbero molti gli indizi che lasciano pensare che il pm e l’analista sapessero. Accade anche con riferimento ai numeri di Clemente Mastella e Francesco Rutelli (nel suo caso, secondo la dichiarazione di un luogotenente dei carabinieri, il numero trovato nell’agenda di Antonio Saladino, principale imputato dell’inchiesta, era accompagnato dalla mail francesco.rutelli@margheritaonline.it). È analizzando questi indizi che gli “ermellini” svolgono un ragionamento che investe direttamente la violazione dell’immunità parlamentare.  

IMMUNITÀ VIOLATA L’immunità parlamentare – riformata dalla legge 140 del 2003 – deve intendersi violata, scrive la Cassazione, non solo quando il pm o il suo collaboratore acquisiscono o elaborano dati in assenza dell’autorizzazione, ma anche quando «alla luce degli atti di indagine esistenti, abbiano la consapevolezza di accedere alla sfera di comunicazione di deputati o senatori, a prescindere dal fatto che il procedimento riguardi terzi o che le utenze sottoposte a controllo appartengano a terzi, oggetto della rappresentazione dei soggetti agenti deve essere questa seconda situazione di fatto». 

«OSSERVAZIONI GENERICHE» Rileva la Cassazione che la tesi della Corte di Appello, secondo la quale Genchi e De Magistris non erano consapevoli della riconducibilità delle utenze a Gozi, Mastella e Rutelli, «è il risultato di una osservazione generica ed indeterminata la quale non si confronta in alcun modo con gli elementi esposti nella sentenza di primo grado», conclusasi con la loro condanna. Il verdetto del Tribunale, sottolinea la Cassazione, aveva «raggiunto le sue conclusioni esponendo e analizzando in modo dettagliato e puntuale gli elementi relativi a ciascun parlamentare». Per gli “ermellini”, la «palese lacunosità» delle motivazioni dell’assoluzione di Genchi e De Magistris si desume da affermazioni – contenute nel verdetto di appello – quali: «Non si può sostenere che sia pienamente provato che i due imputati avessero piena contezza che i numeri rinvenuti nelle agende e rubriche del Saladino fossero tutti da ricondurre a soggetti protetti dal Parlamento». Con frasi del genere, i giudici di merito hanno ragionato – afferma la Cassazione – «come se oggetto della prova fosse la situazione globale di tutti gli interessati e non la situazione concernente ciascun singolo membro del Parlamento, in quanto individualmente titolare delle prerogative dirette alla salvaguardia del libero esercizio della funzione parlamentare». 

I (POSSIBILI) RISARCIMENTI Ora il giudice civile – ai soli fini risarcitori essendo tutto prescritto – valuterà le richieste dei tre intercettati nell’inchiesta che portò nel gennaio 2008 alla rovinosa caduta del governo di Romano Prodi, anche lui tra i numerosi intercettati. Potrebbe essere una bella grana – sul piano economico – per De Magistris e Genchi. 

Argomenti
Categorie collegate

x

x