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Vibo maglia nera: il sogno tradito tra industria e turismo

VIBO VALENTIA Da penultima a ultima, di nuovo, dopo aver già vestito la maglia nera nel 1997 e nel 2005. L’annuale classifica del Sole 24 ore sulla qualità della vita nelle 110 province italiane, c…

Pubblicato il: 12/12/2016 – 10:01
Vibo maglia nera: il sogno tradito tra industria e turismo

VIBO VALENTIA Da penultima a ultima, di nuovo, dopo aver già vestito la maglia nera nel 1997 e nel 2005. L’annuale classifica del Sole 24 ore sulla qualità della vita nelle 110 province italiane, che mette a confronto i vari territori su un’ampia serie di indicatori articolati in sei settori d’indagine, restituisce ancora una volta una fotografia impietosa del Vibonese, che dalla penultima posizione dell’anno scorso scivola in fondo all’elenco conquistando il poco ambito primato della zona in cui si vive peggio in Italia.
Quest’anno per rendere più completo il dossier sulla vivibilità nei territori il quotidiano economico ha riservato una maggiore attenzione alle esigenze e ai problemi più attuali della collettività: il valore della casa, il lavoro per i giovani, la capacità di innovazione, l’integrazione degli stranieri, l’offerta di welfare, la partecipazione civile. Le sei aree hanno così acquisito una denominazione più inclusiva e i parametri da 36 sono saliti a 42. Questi cambiamenti metodologici distorcono lievemente il confronto con i risultati degli anni precedenti, ma alla fine il quadro generale che ne risulta rimane immutato, con un divario tra Nord e Sud che emerge ancora una volta in tutta la sua drammaticità.
Basta qualche esempio – scrive il Sole 24 ore – per dare conto della distanza non solo geografica tra la prima provincia per qualità della vita, Aosta, e l’ultima della classe: il valore del patrimonio immobiliare residenziale supera ad Aosta i 100mila euro pro capite, il triplo rispetto a quello di Vibo; la disoccupazione giovanile è al 32% sotto il Monte Bianco e quasi il doppio nella provincia calabrese; il 9% degli stranieri residenti ha acquisito la cittadinanza nel 2015 ad Aosta, meno dell’1% a Vibo; nel territorio in testa per Qualità della vita si contano sette rapine ogni 100mila abitanti, e per il fanalino di coda si arriva a 44. Al contrario, la provincia alpina, in cui è la Regione a garantire gran parte dei posti, non rifulge nel capitolo Affari, lavoro e innovazione (è 70ª), in particolare nell’impiego dei risparmi e nei brevetti; a consolazione della provincia calabrese, vanno invece segnalati i piazzamenti soddisfacenti per quanto riguarda gli affitti accessibili, lo scarso numero di protesti, il basso indice di separazioni e le rare denunce di scippi e borseggi.
Per aggiungere ai dati numerici raccolti nel dossier anche uno sguardo reale sul territorio il quotidiano economico ha mandato a Vibo Valentia Roberto Galullo, inviato e autore del noto blog “Guardie o ladri”, la cui fotografia è ancora più impietosa della classifica stessa: «Vibo ha fatto e sta facendo di tutto – scrive Galullo – per umiliare la sua ricchezza: l’ambiente che, in questo lembo di terra, racchiude ogni fiammella di sviluppo sociale ed economico». L’inviato del Sole riporta alcune amare dichiarazioni dell’avvocato ambientalista Angelo Calzone, presidente della locale sezione del Wwf, e analizza tutti i fattori – dalla disoccupazione all’emigrazione, dalle lacune sui trasporti alle risorse culturali mai valorizzate – della mancata crescita del Vibonese. Una terra che ha mille angoli di bellezza nascosti o trascurati, eternamente schiacciata tra il sogno dello sviluppo industriale e quello dell’economia turistica, che evidentemente non è riuscita ad andare né in una direzione né nell’altra.

s. pel.

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