Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 7:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Il figlio del boss diffama i poliziotti, chiuso gruppo su Fb

CATANZARO La polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione con l’arma dei carabinieri, ha chiuso il gruppo Facebook fondato e amministrato da Emanuele Mancuso, figlio del boss Pa…

Pubblicato il: 19/12/2016 – 11:21
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il figlio del boss diffama i poliziotti, chiuso gruppo su Fb

CATANZARO La polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione con l’arma dei carabinieri, ha chiuso il gruppo Facebook fondato e amministrato da Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone Mancuso, che negli ultimi giorni aveva provocato una serie di reazioni per alcuni post ritenuti diffamatori nei confronti di rappresentanti delle forze dell’ordine e non solo. La notizia è stata resa nota da Giuseppe Brugnano, segretario regionale generale del Coisp (Sindacato indipendete di polizia), e da Lia Staropoli, presidente dell’associazione “ConDivisa”. Brugnano e Staropoli hanno espresso la loro gratitudine «alle forze dell’ordine e a tutti i parlamentari intervenuti sulla questione», aggiungendo di avere «querelato tutti i partecipanti del gruppo che da settimane, prendono di mira i carabinieri, i poliziotti, Lia Staropoli, la giornalista del Quotidiano del Sud Enza Dell’Acqua, Franco Maccari, segretario generale del Coisp, e le associazioni “ConDivisa” e “AmmazzateciTutti”, ritenuti “colpevoli” dagli autori degli scritti diffamatori per aver sostenuto e difeso carabinieri, poliziotti e finanzieri”. Rispetto al gruppo social, i sindacati Coisp e Sap, con i dirigenti Giuseppe Brugnano e Michele Granatiero, e i rappresentanti delle associazioni “ConDivisa” , “AmmazzateciTutti” e “Sostenitori delle Forze dell’Ordine”, avevano sottoscritto un esposto presentato alla Direzione distrettuale antimafia su tutte le vicende concernenti le diffamazioni e le minacce dei componenti delle famiglie di ‘ ndrangheta sui social».

Argomenti
Categorie collegate

x

x